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lo Stato restringendo le attribuzioni dei Municipii, e concentrando tutti rami di amministrazione nel Governo. Andando in Roma conobbi un ufficiale che mi guardava con l’occhio bieco, e colui senza meno era stato d’accordo col preteso appaltatore, e aveva sentito danno e dispetto per la mia renitenza. Quest’ufficiale è morto nel suo posto, e ha potuto compensarsi il guadagno che io gli tolsi di mano.


E qui il buon Monaldo che ci ha finora sì bellamente intrattenuti, si fa taciturno, e non vuol più narrarci sò stesso. Quante notizie, quante belle considerazioni, quanta storia ci viene così d’un tratto a mancare! Ei che pure è così loquace, così amante del conversare, e, dirò, anche così sollecito di parlarci di sè e de’ fatti suoi, perchè fa sì brusca interruzione nel meglio? Avrà forse creduto di riprender poi a miglior agio il racconto, e gli fu tronca la vita, prima che gli fosse dato di nuovamente dar di piglio alla penna? Eppur visse circa altri venti anni da che avea scritta questa parte di autobiografia, quegli annì appunto che di tutta la sua vita furono i più feraci in fatto di scrivere! Gli sarà forse sembrata troppo dura cosa il dover toccare certi argomenti, che pel suo cuor grande, generoso, di padre facean sanguef?...... Ma vano e inopportuno è correre il campo delle ipotesi, Il fatto è questo: l’autobiografia non va più oltre, e di Monaldo ci resta a sapere la vita ch’ei visse per circa mezz’altro secolo.

Ho promesso di compier io la storia, e, se a Dio piace, lo farò alla men peggio che per me si possa. I lettori che benevoli e non pochi (ne ho buone testimonianze) hanno seguito fino ad oggi ia lettura dell’autobiografia con gusto e con amore, non so se avranno la pazienza di voler tener dietro alle povere cose mie. Finora hs parlato esso Monaldo: ci è sembrato di essergli dappresso, di pendere dalle sue labbra: egli ci ha parlato così alla �