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Scienza e Dolore 285

quali è l’Arte. Ora, nelle più sublimi opere dell’Arte culmina, circonfuso di gloriosa bellezza, il dolore. Dal dolore di Laocoonte al dolore di Amleto, dal dolore di Edipo al dolore di Werther, dal dolore di Francesca al dolore di Margherita e di Ermengarda, dal virgiliano pianto delle cose alla tristezza nera di Leopardi, le più geniali manifestazioni dell’Arte ci hanno rappresentato il dolore. E il dolore riprodotto con l’Arte anche imperfettamente, affascinò il mondo. Nei volumi dei poeti e dei novellieri, nei recinti dei teatri noi cerchiamo spesso la pungente dolcezza del piangere, La musica, l’arte più moderna nel tempo e nello spirito che sia, meglio ne rapisce fra i suoi mobili fantasmi di passione, meglio ne move al mistico senso voluttuoso e al desiderio infinito di un mondo superiore; al palpito e al sospiro, quando nella parola sua impenetrabile, salita da profondità umane che non hanno coscienza di sè, noi sentiamo una recondita essenza di dolore, un vapor confuso di tutte le pene del mondo, disgiunto, quasi, da esse e puro di lor singolari materie, contemperato di un divino che da ciascuna spira. Lo sentiamo e l’anima nostra tutto, avida, se lo infonde, di quel soffrire si fa un godimento e non per questo viene a compiacersi di pene sue proprie nè a desiderarne. Io ne induco, signori, che vi ha nel do-