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frammento secondo. 145

9 Io potrei ricordare altri infiniti
Che son stati e ancor sono amici vostri,
Benchè per tal rispetti abbian seguiti
A’ nostri danni gli avversarî nostri.
Discorrendo vi vo per questi riti,1
Acciò che di Ruggiero io vi dimostri,
Ch’esser può che Rinaldo onori ed ami,
E che a battaglia tutta volta il chiami.
10 Poichè tra lor feriti ebbeno i patti2
Che i re fêr prima e i cavalieri poi,
E giuramenti e cerimonie ed atti
Ciascun secondo i modi e riti suoi;
Fu dato il segno di venire a’ fatti,
E quinci e quindi i glorïosi eroi,
Con lungo passo e maestrevol giro
A far le piastre risonar veniro.




FRAMMENTO TERZO.3




1 Se voi, Madonna, già mai più veduto
Me non avete, io ben veduto ho voi:
Vostro sembiante ho nel cor sempre avuto;
Qual prima il vidi, il vidi sempre poi:
E dirò più, ch’altra non ho potuto
Vedere. Amor, tu ’l sai; dillo, se vuoi;
E di’, ch’ogn’altra vista in veder questo
Bel lume vinco, e son cieco del resto.
2 V’ho sì nel mio pensier leggiadra e bella,
Sì viva e vera; ho di voi sì nel core
Real costumi, angelica favella,
Andar celeste e star degno d’onore;
Ch’io vi contemplo, e riconosco quella
Medesma in me, che vi vede altri fuore:


  1. Rito, per Consuetudine, Usanza, com’anche presso i Latini, non ha esempio nei nostri vocabolari.
  2. Altro latinismo non osservato, dalla frase Fœdus ferire.
  3. Trovansi queste ottave stampate in alcune edizioni dopo l’Erbolato. Altro non sono che i primi abbozzi del lamento di Bradamante nel Furioso. Molte di esse furono migliorate dal poeta, e inserite nel suo poema, c. XLV, st. 32 e seg. — (Molini.)
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