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catori, perchè quanti lavorarono a inalzarla, architetti, soprastanti, scarpellini, muratori, tutti furon frati domenicani. Di questa bellissima fra le più belle chiese della Toscana, nel libro del Marchese, se raccogliamo le notizie dalle vite di vari artefici, abbiamo una storia completa. I lavori furon cominciati circa il 1280,1 su disegno, come è noto, di Fra Sisto e Fra Ristoro da Campi. Ma è da notare che nel 1280, o l’anno seguente, i due frati andarono a Roma. Fra Ristoro tornò, e potè continuare i lavori della chiesa, fino al 1283 anno della sua morte; ma fra Sisto restò a Roma e vi morì nel 1289. A questi successero Fra Albertino Mazzanti e Fra Borghese; ai quali è da attribuire la nave orientale, inalzata, come abbiamo dai documenti, nel 1307. Fra Giovanni da Campi e Fra Iacopo Talenti, architetti dì maggior fama, ebbero quindi la direzione; e compirono i lavori della chiesa circa il 1357. La facciata fu finita nel 1470, sul disegno di Leon Batista Alberti. Abbiamo dunque almeno sei architetti d’un opera durata quasi un secolo; e dobbiamo far parte a tutti di quella gloria che comunemente è attribuita tutta ai due primi, perchè questi, come abbiamo visto, morirono quando la fabbrica era appena cominciata. Può essere che sia vero, quello che il p. Marchese afferma più volte, cioè che il lavoro fosse sempre continuato sul concetto di Fra Sisto e Fra Ristoro; ma è assai improbabile che questi lasciassero di tutta l’opera un disegno così compiuto, che ai successori non restasse che eseguire. Così del Duomo di Firenze: il concetto è d’Arnolfo, ma nessuno oserebbe più dire, così senz’altro, che sia tutto architettura d’Arnolfo, come voleva la tradizione; poiché ora sappiamo dai documenti (prima del Guasti o non letti o letti male) quale e quanta parte avessero all’opera Giotto e Andrea Pisano e Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini. A molti, non so perchè, dispiace ancora che i documenti tolgano a qualche nome famoso parte di quella gloria che la tradizione dei secoli gli aveva data; e continuano a preferire le leggende del passato ai resultati nuovi della critica. A me pare che, almeno nel caso nostro, dovrebbero rallegrarsi, se la critica ha dimostrato che invece di un solo

  1. La prima pietra fu posta nel 1279 dal Card. Latino Malabranca.