Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ossia labirinto d'amore | 381 |
e cui si unisce il Velino proveniente dalla Lionessa, le cui cime risplendono all’orizzonte di Roma. La Nera o il Nar ha la sorgente a piò del cosidetto monte della Sibilla , uno dei gioghi per cui, tra l’anzidetta valle e quella del Chienti volta all’Adriatico, sale a maggior altezza, cioè a quasi settemila piedi, l’appennino centrale, giogo creduto essere l’alpestre Tetrica, «Tetricae horrentes rupes1, del VII canto dell’Eneide. Severo è l’aspetto, crudo il clima di queste antiche sedi dei Sabini, sicchè a Norcia è rimasto il cognome di fredda: frigida Nursia, come si ha presso Virgilio. Paese afflitto dai terremoti, di cui si ha ricordanza nella cronaca perugina del Graziani2, essendo cadute, verso la fine del 1328, montagne e castella, sicchè ne morirono oltre dugento persone; infortunio, il quale si ripetè ancora in tempi a noi vicinissimi. Invano si chiede donde a quel paese solitario e tra’ monti nascosto, porzione non piccola della patria d’una delle più maschie schiatte d’Italia, sia venuta questa fama di necromanzìa nemmeno oggi spenta. Fama la quale forma singolar contrasto colla gloria di aver generato il padre del monachismo d’occidente. Forse di già nell’antichità conviene ricercarne le traccie, inquantochè le credenze popolari del medio-evo connesse colla stregoneria, la quale non rappresenta se non il lato prosaico della scienza sovrannaturale, traggono l’origine dalla divinazione antica. Sotto tale punto di vista, non può non colpire la somiglianza tra il nome della città Sabina e quello della Magna Dea Nortia, la Fortuna degli Etrusci, detta anche Nurtia e Nursia, cui rammentava una lapide scavata nell’antico campo marzio fiorentino3.
- ↑ Non ho bisogno di diffondermi sul significato dell'addiettivo tetricus proveniente da teter, nè sul nome di tetricae deae dato alle Parche da Marziale.
- ↑ Arch. Stor. ital. vol. XVI, par. I, pag. 101.
- ↑ Juvenal, Sat. X. 74, col comento di C. F. Heinrich nell’ediz. di Giovenale, Bonna 1839, vol. II, pag. 387. Tertulliani, Apolog., c. XXIV. Lami. Lez. d’ant. tosc., pag. 44. Follini, Firenze ant. e mod., vol. II, pag. 3 seg.