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176 | di una sconfitta nel vicentino ec. |
città di Casale, e il Bondeno odierno. Altri codici infatti leggono Bondico, e un iscrizione Bondicomagensis; Polibio Bodenkos; e i Liguri da cui venne il nome a detta di Plinio(forse da intendere, come etimologizza Platone, dolcemente parlanti, cioè di maggiore coltura) dicevano Bodinco e Bodingo, desinenza italica insieme e settentrionale, vivente in Pastrengo e Marengo; desinenza significante non negazione, come il Menagio sognava, sibbene derivazione. Lo Scaligero fa venire Pado dal siriaco pad, campo, come Polesine da pianura, polje agli Slavi, di dove Polonia: Plinio, senza approvare, rammenta che Metrodòro lo derivava da padi nome dato da’ Celti alle piante resinose che crescono alle sorgenti. Il Menagio nelle origini greche, opera ch’egli stima curiosa assai, e lo credo, deriva pado da bathos, fondo, e almanacca col germanico bodem, il fondo, e ci attacca il bothros; e dagli Italiani botro e borro potrebbe scendere nella fossa, giacchè Dante chiama la valle d’Arno sventurata fossa: nè il coraggio gli manca a far venire da bathos anche puteus, per il commutarsi della b in p come cuppa da kubba; al qual proposito cita il bicchiere fondo d’Anacreonte. Ma se il dottissimo de’ Romani Varrone spiegava puteus, a quo simi potest; diventano scusabili tutti gli abbacamenti dell’abate Menagio; scusabile il render ragione di pontos con questo che sul mare non è tanto facile gettare ponti, o con pnèo affogare, o con pònos travaglio. Altri potrebbe in pado sentire il cadere dell’acqua corrente, come nel sedicesimo dell’Inferno ha Dante stesso, e Virgilio: illa cadens raucum per laevia murmur Saxa ciet; e pade val cade appunto agli Slavi. Ma io vo’ notare piuttosto una consonanza che non direi casuale tra jerdan, il Giordano agli Ebrei, e l’Eridano il re de’ fiumi; l’Eridano che Virgilio facendo dagli Elisi scorrere sopra la terra, par voglia intendere qualcosa più del fiume che scende a trovar pace nel mare Adriatico co’ suoi seguaci: fortunato che trova in Italia seguaci.
Io non leggo Padua in Catullo; ma sento Padua in Patavium, come in Àdria Àthesis. Ripensando che il virgiliano Padusa è interpetrato per il Po d’Argenta, canale dal Po a Ravenna; ra’ induco a credere che segnatamente dicendo il palude, intendessero non tanto l’acqua che impaluda, quanto