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lunque anche di una unità sola, allora il prodotto della nuova cifra pel divisore non si sarebbe potuto più sottrarre dal parzial dividendo corrispondente. D’onde si conclude.
Che, come prendendo al quoziente un certo numero di cifre si hà un numero decimale, il quale si accosta più di ogni altro di altrettante ad esprimere, come suol dirsi, per difetto il valore della frazione proposta (pag. 27), così, aumentandovi d’una unità l’ultima cifra, si avrà un’altro numero decimale, il quale più d’ogni altro d’altrettante cifre s’accosterà pure ad esprimere, come suol dirsi, per eccesso il valore della frazione proposta medesima; e che perciò l’uno o l’altro di cotesti due numeri, a misura che vi si considerano più cifre, esprimerà, per difetto, o per eccesso, il valore della frazione proposta, a meno di una unità decimale di un ordine relativo inferiore comunque elevato.
Riflettendo iu secondo luogo, che il valore di quest’ultima unità si può imaginare così piccolo da divenire inferiore a quello della differenza comunque piccola trà due frazioni date, se ne deduce, che i due numeri decimali precedenti, a misura che vi si considereranno più cifre, si avvicineranno trà loro in modo da escluder fuori dei loro valori quello di qualunque altra frazione, data diversa dalla proposta medesima.