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il valore, la prudenza, l’amore del pubblico bene, la moderazione, l’abborrimento al lusso ed altre nobili qualità, che senza dubbio il rendevano degnissimo dell’imperio, ed egli fu dipoi registrato da ognuno fra i principi buoni e gloriosi della repubblica romana. Ora dappoichè tolto fu di vita Gallieno, o sia, come vuol Trebellio2442, che Marziano ed Eracliano prefetto del pretorio, avessero già fatto il concetto di alzar Claudio al trono imperiale, o pure che, tenuto il consiglio da tutta l’uffizialità, di consenso comune ognun concorresse nell’elezione di questo sì degno suggetto, certo è ch’egli fu creato imperadore con approvazione e gioia universale, e massimamente dell’esercito, perchè tutti riconoscevano in lui abilità da poter rimettere in buono stato l’imperio romano, lasciato in preda ad amici e nemici dalla negligenza di Gallieno. Allorchè s’intese in Roma l’assunzione di questo principe, che non mancò di parteciparla tosto con le lettere al senato, le acclamazioni furono immense, strepitosa la allegrezza del popolo. Gli atti d’esso senato ci scuoprono i comuni desiderii e le comuni speranze che il novello Augusto liberasse l’Italia da Aureolo; la Gallia e la Spagna da Vittoria, già madre di Vittorino, e da Tetrico dichiarato quivi imperadore (il che qualora sussistesse, converrebbe differire sino all’anno seguente la rovina di Vittoria e di Tetrico), e l’Oriente da Zenobia regina de’ Palmireni e vedova di Odenato, la quale non volea più dipendere dai romani Augusti, e faceva da padrona nelle provincie orientali dell’imperio. La prima applicazione dell’Augusto Claudio quella fu di abbattere il tuttavia resistente Aureolo con dichiararlo tiranno e nemico pubblico. Mandò ben esso Aureolo2443 messi a Claudio, pregandolo di pace, ed esibendosi di far lega o patti con lui; ma Claudio con gravità rispose, che queste erano proposizioni da fare ad un Gallieno (simile ad Aureolo nei costumi e timido) e non già ad un par suo. Secondo Trebellio Pollione2444, Aureolo in una battaglia datagli da Claudio ad un luogo che fu denominato il ponte di Aureolo, oggidì Pontirolo, rimase sconfitto ed ucciso. Zosimo2445 all’incontro narra ch’egli si arrendè, ma che i soldati, già irritati contra di lui, gli levarono la vita. Non conobbe Trebellio una vittoria riportata in quest’anno da Claudio Augusto contra degli Alamanni; ma ne parla bene Aurelio Vittore2446. Costoro probabilmente chiamati in soccorso suo dal vivente Aureolo, erano calati fin presso al lago di Garda nel Veronese. Claudio tal rotta diede loro, che appena la metà di sì sterminata moltitudine si salvò con la fuga. Trovansi medaglie2447, nelle quali è appellato Germanico, prima che Gotico, non perchè i Goti fossero popoli della Germania come ha creduto taluno, ma bensì per la vittoria da lui riportata degli Alamanni. Passò dipoi il novello Augusto a Roma2448, dove ristabilì la disciplina e il buon governo, ch’egli trovò in uno stato deplorabile per la debolezza di Gallieno. Formò delle buone leggi, condannò vigorosamente i magistrati che vendevano ai più offerenti la giustizia, e frenò col terrore i cattivi. Uso era stato, anzi abuso, per attestato di Zonara2449, che alcuni dei precedenti imperadori donavano anche i beni altrui; e sotto Gallieno spezialmente ciò s’era praticato: e lo stesso Claudio possedeva uno stabile a lui donato dal medesimo Augusto, appartenente ad una povera donna. Ricorse questa a Claudio, con dire nel memoriale, che un uffiziale della milizia ingiustamente

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possedeva un suo campo. Claudio accortosi che a lui andava la stoccata, in vece di averselo a male, rispose: Essere ben di dovere, che Claudio imperadore (obbligato a far giustizia a tutti) restituisse ciò che Claudio uffiziale avea preso, senza badar molto alle leggi del giusto. Sul fine di quest’anno si crede che dopo insigni fatiche per la Chiesa di Dio, terminasse i suoi giorni Dionisio romano pontefice.