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iii vita di l. antonio muratori iv

Nato in umile fortuna il giorno vigesimo primo di ottobre dell’anno 1672 in Vignola, terra del Modenese, patria del celebre architetto Barozzi, che da quella prese il nome, non potè avere nella età sua fanciullesca altri per institutore che un maestro assai comunale di grammatica latina, che lungamente in quelle spine lo avvolse, per cui tanti vivaci ingegni prendono il più delle volte in abbominio ogni specie di lettere. Essendogli però capitati alle mani i romanzi di madama di Scuderì, ben s’avvide che esistevano libri più dilettevoli che le triviali grammatiche non sieno. Servirono questi in certo modo di correttivo, gli aprirono la mente e l’invogliarono sempre più della lettura. Chi si sarebbe dato a credere giammai che l’autor degli Annali e delle Antichità italiane, e di tante altre opere di storia e di critica la più dotta e severa, abbia incominciata, s’egli stesso non l’avesse asserito, la sua carriera letteraria dal gran Cairo, dall’illustre Bassà e da altre simili fole, leggendole avidamente? Ma il punto sustanzialissimo si è, che curiosa brama, qualunque siasi, di leggere e di imparare sorga nelle anime nuove, non riesce poi arduo gran fatto l’alimentare e meglio dirigere questa nobile fiamma; ma guai! se in principio inavvedutamente altri la spegne, in vece di nutrirla.

Migliori maestri trovò poscia in Modena il Muratori, di grammatica non tanto quanto di umane lettere, ed eziandio di filosofia; anzi quest’ultimo (cosa singolare allora in persona di chiostro), oltre al sistema peripatetico, gli spiegò i sistemi moderni; e se la filosofia neutoniana non era ancora a que’ tempi uscita dall’isola natía, già avea avuto molto prima l’Italia il Galilei ed il Torricelli, e del loro modo di filosofare (chè sistema veruno non volle inventare saviamente il Galilei) convien dire che avesse avuta una idea da giovane il Muratori, da che dettò una