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CAPITOLO III.


Grande torneamento alla corte di Costantinopoli.


L’

imperatore intorno a questo tempo fece consiglio di maritar Elisena, e fece perciò bandire che del mese di maggio si sarebbe fatta in Costantinopoli una fiera libera, cui da mare e da terra Cristiani ed Infedeli potevano venire e tornar liberi e spediti, con salvo condotto libero per sei mesi. Nel detto bando si conteneva che l’imperatore di Costantinopoli faceva corte1 bandita, e giostrare2 per tre giorni, e che qualunque vincerebbe la giostra, guadagnerebbe un’armatura ed un cavallo coperto di

  1. La corte bandita si faceva col mandare un bando o pubblico invito per i vicini e lontani paesi, onde trarre a qualche festa o spettacolo di cavalleria anche i gentiluomini e principi stranieri. Rolandino Padovano sotto il 1206 parla di una corte bandita tenuta in Vicenza da Ezzelino da Romano. Un’altra ne accenna Donizone nel 1039 nella vita di Matilde. Can Grande della Scala tenne corte bandita in Verona nel 1328! la quale durò un mese. A questa corte fu Dante! Tutta la razza de’ giullari allora in grande considerazione interveniva a simili feste, massime quelle celebrate per nozze. Non mancavano a tali feste anche que’ poeti che soleano andar per le piazze cantando le favolose imprese d’Orlando e d’Oliviero. E basta leggere il Muratori nella Dissertazione XXIX sopra gli spettacoli ed i giuochi pubblici de’ secoli di mezzo, per avere un’idea della magnificenza e dello splendore con cui tali feste venivano celebrate.
  2. «Faceansi anticamente i torneamenti convenendo i cavalieri di varie nazioni a combattere dentro uno steccato per acquisto di gloria e d’onore, e in essi l’uno