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COMMENTI. 189



33. Sæpissime hoc fit in desinentia primi posteriorum, quam plerique rithimantur ei quæ est priorum posterioris. Innanzi di farci a ponderare queste parole, torna utile allegarle tradotte dal Trissino, ed eccole precise: Questo spessissime volte si fa, che con l’ultimo verso della prima parte il primo della seconda parte nelle desinenze s’accorda. Con ciò adunque e con quanto precede si riesce a stabilire che, qualora abbia luogo la divisione nella Stanza d’una Canzone, le desinenze della parte anteriore sogliono inserirsi ne’ versi della parte posteriore, ma che nondimeno, giusta l’esempio di moltissimi altri Poeti, si può ben consentire, che nella Stanza divisa al modo indicato la desinenza dell’ultimo verso della parte anteriore della Stanza consuoni con quella del primo verso della parte posteriore di essa Stanza. Quindi si vede l’errore del Testo, surriferito conformemente alla Volgata, e che inoltre la Ragion critica ne guida sicuri ad emendarlo per siffatta guisa: «Sæpissime.... hoc fit, ut desinentia ultimi (carminis) anterioris (partis Stantiæ) quamplurimi rithimantur ei (desinentiæ) quæ est primi (carminis) posterioris (partis ejusdem Stantiæ).» E questa, per avviso di Dante, è un’assai bella maniera di concatenare le parti della Stanza medesima, com’egli fece poi vedere effettivamente con alcuna delle sue Canzoni. Del resto, il Fraticelli ed il Torri, che pur mostrarono di tener fisso l’occhio al Volgarizzamento Trissiniano, correggendolo sinanco in più d’un luogo e riformandolo a loro senno, sembra che poi lo trascurassero, quando n’era maggiore e più sentito il bisogno.

47. Præmediato Capitulo, porta la lezione comune, dalla quale mi son discostato, sembrandomi più accomodata al vero quella del Cod. Vaticano «præimmediato Capitulo,» che, oltre al corrispondere al fatto, può volgarizzarsi colle espresse parole di Dante: Nel Capitolo dinanzi a questo immediato: Conv., i, 7. Vedi nota alla lin. 58; Vulg. El., i, 40.

54. Si estremæ desinentiæ trimetrûm.... concrepabunt in primo Pede, etc., cioè, se nel primo Piede di tre versi le estreme desinenze consuonano, ec. Forse in cambio di «trimetrûm» era più accettevole la Volgata «trimetri