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EPOCA TERZA. CAP. VIII. 161

della località. Mi vi trattenni tutta l’estate, e [1769] non vi imparai nulla. Dimezzai il soggiorno, facendo nel Luglio una scorsa fino a Buda, per aver veduta una parte dell’Ungheria. Ridivenuto oziosissimo, altro non faceva che andare attorno quà e là nelle diverse compagnie; ma sempre ben armato contro le insidie d’Amore. E mi era a questa difesa un fidissimo usbergo il praticare il rimedio commendato da Catone. Io avrei in quel soggiorno di Vienna potuto facilmente conoscere e praticare il celebre Poeta Metastasio, nella di cui casa ogni giorno il nostro Ministro, il degnissimo Conte di Canale, passava di molte ore la sera in compagnia scelta di altri pochi letterati, dove si leggeva seralmente alcuno squarcio di classsici o Greci, o Latini, o Italiani. E quell’ottimo vecchio Conte di Canale, che mi affezzionava, e moltissimo compativa i miei perditempi, mi propose più volte d’introdurmivi. Ma io, oltre all’essere di natura ritrosa, era anche tutto ingolfato nel Francese, e sprezzava ogni libro ed autore Italiano. Onde quell’adunanza di letterati di libri classici mi parea dover essere una fastidiosa brigata di pedanti. Si aggiunga, che io avendo veduto il Metastasio a Schoenbrunn nei giardini imperiali fare a Ma-