Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/295


di vittorio alfieri 267


Satira Decimasesta.1

Le Donne.

Κακῶν δὲ πάντων μιμέραι2 σοφώταται.


Euripide, Medea, v. 414.


D’ogni rea cosa imitatrici eccelse.


Donne, a me di me stesso io scemo il pregio,
Se avvien che a lungo io versi il negro sale3
3 Piú sul Bel-sesso, che sul Sesso-regio;4
Poi ch’ambo siete un necessario Male.
Anz’io voi stimo la men guasta parte
6 Fors’anco esser del mondo razionale.
Quindi eco al volgo non faran mie carte:
Dirò sol, ch’ove gli uomini son buoni,
9 Specchio voi siete d’ogni nobil arte:5
Ove pessimi son, Dio vel perdoni
Se tristarelle alquanto rïuscite;
12 Colpa ognor di chi affibbiasi i calzoni. —
Dovunque i Maschi van, voi pur seguite.


  1. Quest’ultima satira fu scritta il 30 giugno 1797.
  2. «Dal Testo di Euripide mi sono preso l’ardire di rimuovere la parola τέκτονες, Fabricatrici, e di supplirvi con la parola μιμέραι, Imitatrici; perchè la cosa mi parve esser piú vera cosí. Μιμέρα, ἡ μιμηκὴ τέχνη: cosí la spiega Esichio» (Nota dell’A.).
  3. 2. Il negro sale, dell’ironia e del sarcasmo. Questa satira consta infatti di tredici versi, come l’altra su I Re.
  4. 3. Il sesso-regio, originale espressione che indica in che immenso disprezzo l’A. avesse i re, se giudicava che formassero un sesso a parte, una nuova specie umana.
  5. 8-9. In modo assolutamente diverso dall’A. parmi la pensasse il Leopardi, poiché nella Canzone Per le nozze della sorella Paolina chiamava le donne responsabili dei mutati costumi degli uomini:
    Donne, da voi non poco
    La patria aspetta; e non in danno e scono,
    Dell’umana progenie al dolce raggio
    Delle pupille vostre il ferro e il foco
    Domar fu dato. A senno vostro il saggio
    E il forte adopra e pensa; e quanto il giorno
    Col divo carro accerchia a voi s’inchina.
    Ragion di nostra etade
    Io chieggo a voi...