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258 dalle «satire»


Vedev’io là l’impareggiabil nostro
39 Operista, agli Augusti blandïente:1
E il mal venduto profanato inchiostro
Sprezzar mi fea il Cesareo Poeta:2
42 Tai due nomi accoppiati a me fan Mostro.3
Bench’io di Pindo alla superba meta
Il piede allor né in sogno anco drizzassi,
45 Doleami par Palla scambiata in Peta:4
Diva, ond’aulico5 vate minor fassi,
Non che dell’arte sua che a tutte è sopra,
48 Ma di se stesso, ov’a incensarla ei dassi.
Ma in dir tai cose or perdo e il tempo e l’opra:
Andiamo a Buda. Io vado, e torno, e parto,
51 Com’uom che frusta e spron piú ch’altro adopra.
In Austrïato e Ungarizzato, un quarto
D’ora neppur vo’ in Böemarmi in Praga:
54 La Germania Cattolica già scarto.
Dresda, bench’egra di recente piaga
Chi i Borussi satelliti le han fatta,
57 Parmi dell’Elba a specchio seder vaga.6
Un certo che di lindo ha, cui s’adatta
L’occhio mio: la favella appien rotonda,
60 Benché ignota, l’orecchio mi ricatta.7
Ma fatal cosa ell’è ch’ove piú abbonda
Un bel parlare, ivi la specie umana
63 Sia seccatrice almen quant’è faconda.
Partiamo. A Meissen8 per la porcellana,
Poi per la Fiera a Lipsia m’indirizzo,9


  1. 39. Operista, scrittore di melodrammi. Blandiente, adulante, accarezzante.
  2. 40-42. «... avendo io veduto il Metastasio a Schoenbrunn nei giardini imperiali fare a Maria Teresa la genuflessioncella d’uso con una faccia sí servilmente lieta ed adulatoria, ed io giovenilmente plutarchizzando, mi esagerava talmente il vero in astratto, che io non avrei consentito mai di contrarre né amicizia né famigliarità con una Musa appigionata o venduta all’autorità despotica da me sí caldamente aborrita» (Aut., III, 4°).
  3. 42. Tanto il nome di poeta e di cortigiano, accoppiati, rappresentano ai miei occhi una mostruosità: nel cap. 4° del libro I del Principe e delle lettere: «Vuole, e dee volere il principe che siano ciechi, ignoranti, avviliti, ingannati ed oppressi i suoi sudditi... Vuole il letterato, e dee volere, che i suoi scritti arrechino al piú degli uomini luce, verità e diletto. Direttamente dunque opposte sono le loro mire».
  4. 45. Peta, dea dei Petenti (nota dell’A.).
  5. 46. Aulico, cortigiano.
  6. 55-57. Allude l’A. alla Frauenkirche, curioso edifizio cominciato nel 1726, consacrato nel ’34, terminato nel ’45 e a cui le bombe di Federico II (imperatore dei Borussi = Prussiani) guastarono nel 1760 la cupola.
  7. 60. Mi ricatta, mi riconquista, mi riguadagna.
  8. 64. Meissen è celebre per la fabbrica di porcellane, fondata nel 1710 dal Böttger.
  9. 65. A Lipsia ha luogo la pasqua di ogni anno una grande fiera libraria, al tempo del nostro Poeta assai piú che oggi non sia, frequentata.