Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/77


le prime storie. 37

Genitura dei giusti.
                                   Il fratricida
Mirò quel sangue ed impietrò; dall’alto
Udì voce tonar misterïosa
A maledirlo; e in mezzo de la fronte
Si sentì fulminato.
                                   Allor dal core,
Schiuso a la colpa, la codarda emerse
Religion dei pallidi terrori;
Commosso allora, come cosa viva,
L’albero del peccato orribilmente
Su terre ed acque dilatò le fronde
Con la sua velenosa ombra inseguendo
Dei Caini le fughe, Allor da gli alti
Balzi deserti, ove attendea la preda,
Si spiccò de’ rimorsi il Cherubino,
E per caverne assiduo e per capanne,
Presso il guanciale a tormentar si assise
Dei Caini le notti. E chi primiero
Per l’ardue solitudini, pei gioghi
E i labirinti de la vergin terra
Questa raminga Umanità condusse,
Fu un maledetto.
                              O vertici solenni
Dell’Imalaia, a voi, la più superba
De le altezze di creta, ora il mio canto9
O vastità di lande e di boscaglie,
Dove l’Eterno seminava i mesti
Licheni al renne, e citiso a le cerve;
O pelaghi segreti entro le fresche
Cavità di granito alimentati
Dal gemitío de le muscose linfe,
Onde perpetue balzano le sacre