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472 arnalda di roca

Oh! chi mi leva in alto sì, che i giorni
Nascituri contemplo?...

                                            “Ecco tre scogli6
M’appaiono deserti in mar deserto,
Senza traccia d’umane orme e di fama;
Voi senza fama? — Oh! tale un nome avrete,
Che fia rampogna ai secoli codardi!
Però ch’io miro veleggiar per molta
Lontananza di fiotti un contro l’altro
Due popoli iracondi, e le galere
Fulminando scontrarsi, e uscir dal grigio
Fumo sul fianco lacero inchinate
Le capitane con le vôlte antenne.
Però che sento un sibilar di frecce,
E un urtarsi di prue l’una sull’altra
Lanciate, e il grido de le mille voci
D’un naviglio che affonda; e svolazzando
Sinistri augelli stridere invitati
Al festin de la morte; e le ululanti
Esequie e il pianto de le Tracie donne.
Però ch’io veggo fluttuare un bruno
Panno sull’alto de le tre scogliere,
E via per l’onda, finchè l’occhio arriva,
Un tristo di turbanti arsi e di vele
E di naufraghe salme impedimento....
Una prua dal tumulto esce veloce....
Tu parti? — Addio. — Sollecita il remeggio,
Adrïatica prua: te dei trionfi
Accarezzata messaggera attende
Venezia su la piazza unica in folla;
E tripudio di danze e ne le miti
Notti lungo la curva ampia prepara