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i sette soldati. 331

Bruni di pini, e i nobili castelli,
Sin da fanciullo l’odio
Vêr lo stranier m’appreser le ribelli
Melodie del magnanimo Racoschi.20
Dentro il cristal d’un lago
Montano, azzurro, placido, profondo,
Ch’era tutto il mio mondo, ove le stanche
Onde riposa la spumante Aluta,
Si riflettea con le pareti bianche
La mia casa paterna.
In mezzo a un prato i ruderi di un campo
Del Dacico Traiano eran ricordi
De la Cittade eterna:
A’ piè d’un colle l’arabo sorgea
Cippo d’un ottomano
Col verso arcano e la falcata luna,
Reliquie di quei dì, che al transilvano
Brando ridea fortuna.
Or da due lustri in quella onda turchina
Si specchia la ruina
Del mio nido natío. Poi ch’una sera
Del Lorenese le fuggenti squadre
Giunser là su, nè paghe a la rapina,
M’arser la casa, e il padre.
Ahi! sventurato! Ed io,
Come ogni cosa mi fu tolto in terra,
Mi son rivolto a Dio.»
Disse, e movendo i passi
Guardinghi in fra i cadaveri, cennava
Con l’addio de la man ch’io me ne andassi.