Stelle, affannato vagando lambiva
Su le rigate pietre
Il sangue di colui che lo nutriva.»
IX.
Queste parole di ricordo atroce
Quel delicato pronunciò sommesse,
Quasi temendo di svïar col grido
De le memorie e l’ira de la voce
Al limitar mal fido
De la seconda vita
Quell’anima di fresco dipartita.
E vòlto in mesta illusïone al cielo,
Come chi guardi e segua
Cosa che sale e nel salir dilegua,
In un sospir si tacque;
Nè più si udì per la funerea valle
Che il frangere dell’acque.
Poi seguitò»: «Congiunti
Sempre pugnâro i due
Bei cavalieri dove più rïarse
La titanica guerra. In su le sponde
De la Vaaga montana10
Ambi trovârsi in quel crudel cimento,
Quando fûr visti rovesciar nell’onde
I nemici, travolti
In disperata frana. Oh! lo rammento.
Dopo quel truce giorno a quando a quando
Pei flutti sanguinosi
Scendevano pietosi
Viluppi di cadaveri. Posato