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marinare e commercianti 167

Ma facil di codardi
Propositi alimento è l’opulenza,
Cui più di molli bardi
Caro è il vezzo e il vagir che non sul campo
L’aspra armonia de le battaglie e il lampo.
Il cittadin fiaccato
La salvezza fidò dei venerandi
Lari al valor di comperati brandi:
E dal venal soldato
Uscîr le ignavie e ’l tradimento e i roghi
Perfidi e il Fato artefice di gioghi.20

VII.

     Vittima illustre di perpetui falli
Così da quella estrema
Cima scendea la peccatrice e grande
Madre degli avi miei novellamente
In basso loco. E il vago dïadema
Di perle e di coralli
Franto cadea. Le nobili ghirlande,
Raccolte in dono il dì che venne sposa
A le nozze del mare,
Sperdea, misera Ofelia, a fiore a fiore
Su la via dolorosa:
E come ilota fu respinta fuore
Dal gran convito de le genti avare.
Una schiera di vili anni coperti
Di luttuoso velo,
Cinti di foglie fracide d’alloro,
Sotto l’ausonio cielo
Passaron lenti a guisa di mortoro,
Ognun recando qualche spenta gloria