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marinare e commercianti 161

All’appressarsi del naviglio sacro,
Unico abitatore,
Volando emerse di colimbi un nembo
Dal turbato lavacro.
Il Pio guardò quell’isole dal lembo
De la sua poppa lungamente. In core
Gli sfolgorò del vaticinio il lampo;
E profetò, che un giorno
Tra quella d’acque squallida vallea,
In trïonfal ritorno
All’avello condotto esser dovea.
E come ei tacque, su le canne apparve
Lo spettro d’una chiesa bizantina,
Che tremolò per l’etere, e disparve;
E d’eco in eco per lo tacito arco
Dell’adriaca marina
Grido immenso volò": «Viva san Marco!"
Sì, laggiù poserai, ma sotto l’ale
D’un padiglion di cupole dorate;
Laggiù, o celeste, poserai, ma cinto
Da selva di lucenti
Colonne, e sul tuo portico regale
Scintilleranno egregi e impazïenti
I destrier di Corinto.
Al nome tuo, venturo inno di guerra,
Da gli antri funerali
I lividi corsali6
Esuleranno: e dai pugnati campi
Prigioniere verran di Palestina
A riflettersi mille arabe lune
Dentro le tue lagune;
E su le torri dell’infido Greco
Un vecchio ardente e cieco7