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il monte circello. 81

Pagine füro, e l’idïoma, e l’arte,
Sorge un ricordo: chè per noi l’istoria
È sapïenza ambizïosa e mesta;
È come stemma d’inclita progenie
Dai nepoti serbato ai dì pensosi
De la miseria; testimon crudele
D’una superba nobiltà scaduta.
Su que’ lividi stagni, ove ora un lento
Bufalo sfanga e guata a la ventura,
Volâro un gïorno cavalieri a nembi
Sovra destrier che non conobber mai
Le corse de la fuga, esercitati
Sol dei trïonfi a respirar la polve.
Ma quei potenti scesero nell’urne
Tutti; e coprì le stesse urne la terra
Con le sue canne; e i brandi seminati
Per entro i solchi non fruttaron spade.
Veggo la querce ancor tendere i rami,
Ma non veggo la man che ne spiccava
Aste da guerra. Su la via che cento8
Miglia correa tra i monumenti, bruna
S’alza una croce, e con le braccia afflitte
Di preci al passeggier si raccomanda
Per qualche ucciso. Poi che qui la Croce
Di chi sofferse, all’aquila successe
Di chi fece soffrir. Volse di molto
Secolo, e usci da quella eroica stirpe
Una stirpe viril di mandrïani:
E chi può dir che al mandrïano un giorno
Non rinascano eroi? E la. vicenda
De le cose quaggiù. L’orbe si gira
Intorno al Sole, e infaticabil Giano
À di tenebre un volto, uno di luce.