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il monte circello. 79

Mutò zona lo svevo astro e disparve.
E gemendo l’avita aquila volse
Per morire al natío Reno le piume;
Ma sul Reno natío era un castello,
E sul freddo verone era una madre,
Che lagrimava nell’attesa amara:
“Nobile augello che volando vai,
Se vieni da la dolce itala terra,
Dimmi, ài veduto il figlio mio?”
                                                       “Lo vidi;
Era biondo, era bianco, era bëato,
Sotto l’arco d’un tempio era sepolto.”

     E tu, bella del carme ascoltatrice,
S’io ti contristo, a me perdona, eterno
Novellier di sventure. Apresi ad una
Lagrima di rugiada il vedovile
Fior del giacinto; e per sbocciar dal core,
Necessità di pianto à l’inno mio.
Ma di’: sull’ampia terra una conosci
Valle felice, ove giammai non sia
L’eco sonata d’un lamento umano?
Dimmi, conosci una beata aiuola,
Sovra cui non cadesse una dolente
Stilla di queste crëature stanche?
Pure ne’ tuoi fissando occhi sereni
Combatterò contro le innate e pronte
Malinconie, si che men lento voli
Per la mia terra, e meno afflitto, il carme.

     Ultima, vêr lo ciel de le sultane,6
Mira là in fondo Terracina. Quale
A’ dì festivi di Muran le belle