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LO STAMPATORE


A’ LETTORI.



N quale stima siano appresso i professori di lettere le Opere del Dottissimo Padre Abbate D. Benedetto Castelli, Discepolo dell’ammirabile Galileo, non fà di mestieri, ch’io vi faccia manifesto, cortesi Lettori; essendo notissimo à tutta Europa, che la felice memoria di Papa Urbano Ottavo, il cui giudicio intorno alle persone virtuose era veramente esquisito, non sì tosto vide i pochi fogli, in cui questo maraviglioso ingegno spiegò con tanta chiarezza la non mai fin’allora osservata Misura delle acque correnti, che ne formò il concetto, che meritava l’Autore, e con giusto premio lo dichiarò Matematico Pontificio. Onde egli colla stanza, che fermò in Roma, ebbe in varie occasioni à scrivere le presenti Operette. Le quali con quanto desiderio siano state ricercate da’ Letterati, con quanto applauso accolte, e con quanta ansietà copiate, e ricopiate, altro testimonio non voglio, che l’Università de gli Studiosi, che anno gareggiato continuamente trà loro nel leggerle, e nel trascriverle. Vero è, che trà le molte copie, che ne camminavano per le mani del publico, molte ve n’erano assai maltrattate;