82 |
notizie intorno alle opere |
|
tea che volava in Paradiso per coglier ghirlande di fiori freschi, e tornava poi in terra a farne dono al carnefice che le avea mozzo il capo; o un’Eufrosina che menava l’april de’ suoi giorni fra una popolazione di frati, onde soffrir tentazioni e rimanersi incontaminata. Le farse di S. Barbara, di S. Orsola,
di S. Domitilla, di S. Daria, di S. Agnese, e mille e mille altre, sono tutte di lega tale
da dar materia di nuova predica a quel nequitoso frate Cipolla, che volea persuadere ai Certaldesi la legalità delle sante reliquie di una penna dell’Agnolo Gabriello, o di un dito dello Spirito Santo, o d’una delle coste del Verbum Caro (Bocc., Giorn. vi, nov. x). Tali iperboli, tali goffaggini non si racchiudono
nelle Rappresentazioni di Abramo e di Isacco di S. Giambatista nel Deserto,
e dell’Annunziazione di Nostra Donna, scritte da Feo; ed esse piacquero tanto da trovarsi la prima sin quasi a’ nostri dì ristampata per intrattenimento del volgo, di quel volgo che cogli occhi nostri vestenti scorgiamo trascurare le insigni produzioni di Metastasio, di Goldoni, di Alfieri, per correre senza ritegno alla rappresentazione di Margherita da Cortona, o
a quelle pie farse che in alcuni determi-