Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/286

278 discorso sul fior di rettorica


bio che l’eloquio gentile, simile ad ogni altra bella disciplina, ferma volentieri sua sede dove hanno stanza ferma i mecenati e i sapienti, de’ quali erano già ben provvedute nel dugento Palermo e Napoli e Roma, e nel principio del trecento Bologna, e subito dopo lo fu la patria dell’Alighieri, così ogni non prevenuto animo par che abbia a trovare senza riprensione la sentenza del Perticari. Ora in questa sua bella opera, dove dei Bolognesi egli parla, toccando alcuna cosa dei loro prosatori, non esita a porre tra le più, nobili scritture italiane, sì per l'antichità come per la bellezza, la Rettorica di Tullio, di Guidotto da Bologna, da lui intitolata a Manfredi re in mezzo il dugento, cioè prima che nascesse Dante, e quando il rozzo Guittone era ancor giovinetto. E per darci alcun esempio di questo antichissimo volgare egli ci offre un brano della Prefazione, tolto da rarissima impressione del quattrocento, che si conserva nella Casanatense di Roma. Per lo affetto particolare, che da lunga stagione io porto all’edizioni de’ primi testi della nostra favella, sono io pur possessore di questo libro, e la sentenza del Perticari grandemente m’induce a riconsegnarlo alla luce. Nel man-