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248 | Adolfo Albertazzi |
la conclusione sta nell’unico principio in cui riposa il sistema del signor Petronio:
— Il mondo è una ruota che prilla! — Ecco tutto!
Direte che non è una concezione nuova. Grazie tante!; essa raccoglie le dottrine di Pitagora, quel delle sfere in musica, e di Galileo, quel del pendolo; le dottrine di Newton, quello a cui cadde la mela sul naso, e di Darwin, quello dell’evoluzione e delle azioni e reazioni per cui da una scimmia balzò fuori l’umanità. Ma prima di tutto, se non è originale il sistema, è originale il signor Petronio, che nessuno potrà mai incolpare d’aver copiati quei gran filosofi. In secondo luogo, quanti secoli saranno che morì Pitagora? Mettiamo venti, trenta secoli. Ebbene, se dopo trenta secoli, al giorno d’oggi, il signor Petronio la pensa press’a poco come il gran Pitagora, ecco la più bella prova che il mondo è proprio una ruota che gira. In terzo luogo, sia di Tizio, sia di Sempronio o del signor Petronio, questo sistema è il più semplice, il più intelligibile, il più spiccio per risolvere tutti i problemi fisici, morali, economici, sociali, politici. Il cielo è tondo, il sole è tondo, la luna è tonda; dunque la terra deve esser tonda. È la legge! Le stagioni da un pezzo in qua non combinan fra loro? Dunque presto torneremo a godere della primavera e dell’autunno. È la legge! Quest’anno son care le patate: quest’altr’anno saran cari i fagiuoli. È la legge.
Concepito il mondo così, ogni cosa procede li-