Diritto, nella tragica sera che preme il mondo, 50Strali e sogni vibrando all’età rea,
Passa incontaminato tra ’l bulicame immondo,
Non uomo, Idea.
Volano a lui dintorno dagli spazj stellati
Corruscanti fantasmi, ignee chimere, 55Fronti di lauro cinte, petti di palma ornati,
Falangi austere.
Ah! non hai tu, regina, cui Dante un trono eresse
Sovra i popoli tutti, a Dio vicino,
Tu, nel cui core eterno di tutto il mondo lesse 60Vico il destino:
Tu, santa, cui Mazzini invocava in ginocchio
Nel freddo esilio; tu ch’a’ più begli anni
Schiacciavi, del Nizzardo sotto al fulmineo cocchio,
Sette tiranni;
65Non hai tu, donna, or ora a turpi sgherri in braccio
Inebbriati di poter maligno,
A chi diceati: « Pensa! » gittato in volto il ghiaccio
Del tuo sogghigno?