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più vasto, e più animato. Ma in Giotto la drammaticità costituisce sempre il carattere dominante, rivelando la serietà di pensiero e la forza di coscienza del grande artefice; qui il Lippi lascia trasparire quella voluttà femminile che nella testa di Erodiade, creduta la Buti, ricorda la sua famosa fuga con la monaca, la sua avversione all’ordine religioso, la sua vita insomma libera e mondana.

Un tipo di donna con distinti caratteri fisionomici si ripete in tutti i lavori di Fra Filippo, con la fronte leggermente bombée, le palpebre un po’ grosse, l’orecchio col padiglione largo che va assottigliandosi al lobo, il collo lungo e sottile. Le parole che Shakespeare fa dire ad Amleto: Frailty, thy name is woman! (fragilità, il tuo nome è donna!) parmi definisca benissimo la donna del Lippi.

Salomè ha un’eleganza di forme e di vestito mirabile e nell’ondeggiamento del corpo si intuisce il moto e la danza. Essa guarda vagamente davanti a se, quasi fosse col pensiero e coll’azione al di fuori della realtà in cui si trova.

Erodiade ci rammenta tutte le Madonne di Fra Filippo e specialmente quella nella tavola della Galleria Pitti, dove però l’espressione è mesta e più materna che mistica nella sua dolcezza.