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passo che accenniate di movere al di là dell’orma segnata, vi fa nemica quell’Austria che voi temete. L’Austriaco diffida di voi; ma cacciategli ai piedi dieci, venti teste di vittime; aggravate le catene sugli altri; pagategli, colla sommissione illimitata, il disprezzo di che dieci anni addietro vi abbeverò! Forse il tiranno d’Italia dimenticherà che avete congiurato contro di lui; forse concederà che gli serbiate per alcuni anni la conquista, ch’ei medita dal 1814.

Che se leggendo queste parole, vi trascorre l’anima a quei momenti, nei quali osaste guardar oltre la signoria di un feudo tedesco; se vi sentite sorger dentro una voce che grida: tu eri nato a qualche cosa di grande; oh! seguitela quella voce; è la voce del vostro genio; è la voce del tempo che vi offre il suo braccio a salire di secolo in secolo all’eternità; è la voce di tutta Italia, che non aspetta se non una parola, una sola parola per farsi vostra.

Proferitela questa parola! 

L’Austria vi minaccia i dominj, minaccia Italia intera colle pretese, colle congiure, cogli eserciti accumulati; a ingoiarvi essa non attende che una occasione. 

La Francia vi minaccia coll’energia delle moltitudini, colla diffusione dei principj, coll’azione delle sue società, colla necessità prepotente che spingendola un dì o l’altro alla guerra, la caccerà nel bivio, o di perire o di eccitare i popoli alle insurrezioni, ed appoggiarle coll’armi. 

L’Italia vi minaccia col furore di libertà che la investe, col grido delle infinite vittime, coll’ira delle promesse tradite, colle associazioni segrete che han due volte tentata la libertà della patria che proseguono all’ombra, che nessuna forza può spegnere. 

Sire! respingete l’Austria, — lasciate addietro la Francia, — stringetevi a lega l’Italia.

Ponetevi alla testa della nazione e scrivete sulla vostra bandiera: Unione, Libertà, Indipendenza! Proclamate la santità del pensiero! Dichiaratevi vindice, interprete de’ diritti popolari, rigeneratore di tutta l’Italia! Liberate l’Italia dai barbari! Edificate l’avvenire! Date il vostro nome ad un secolo! Incominciate un’Era da voi! Siate il Napoleone della libertà italiana! L’umanità tutta intera ha pronunciato: i re non mi appartengono; la storia ha consecrato questa sentenza coi fatti. Date una mentita alla storia ed all’umanità; costringetela a scrivere sotto i nomi di Washington e di Kosciusko, nati cittadini: v’è un nome più grande di questi, vi fu un trono eretto da venti milioni d’uomini liberi che scrissero nella base: A Carlo Alberto nato re, l’Italia rinata per lui!

Sire! La impresa può riescir gigantesca per uomini che non conoscono calcolo se non di forze numeriche, per uomini che, a mutar gl’imperi, non sanno altra via, che quella di negoziati e d’ambascerie. È via di trionfo sicuro, se voi sapete comprendere tutta intera la posizion vostra, convincervi fortemente d’esser consecrato ad un’alta missione, procedere per determinazioni franche, decise ed energiche. L’opinione, Sire, è potenza che equilibra tutte le altre. Le grandi cose non si compiono co’ protocolli, bensì indovinando il proprio secolo. Il segreto della potenza è nella volontà. Sciegliete una via, che concordi col pensiero della nazione, mantenetevi in quella inalterabilmente; siate fermo, e cogliete il tempo; voi avete la vittoria in pugno.