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o( CXVII )o

ORAZIONE1

DI GORGIA LEONTINO2

INTORNO

AL RAPIMENTO D’ELENA.


SIccome l’abbondar d’uomini di merito è cosa, che ad una Città conviene, la bellezza ad un corpo, all’anima la sapienza, la virtuosa condotta a un affare; così d’un’Orazione è tutto propria la verità. Nè alcuna di queste cose può aver ornamento, che non sia di tali prerogative fornita. Egli è però giusto, che un Uomo, una Donna, un’Orazione, una Città, un affare onorati sieno, se degni d’encomio, e se non degni, ripresi. Poich’egual mancamento, ed eguale ignoranza è il riprendere le lodevoli cose, e ’l lodar quelle, che meritano riprensione. Dovere pertanto d’un uomo è il parlare secondo la verità, e prendersela contra gli accusatori d’Elena, Donna, di cui e la

  1. sumeva, che, al dir di Filostrato, osò d'esporsi nel pubblico Teatro d'Atene a qualunque argomento, che gli venisse proposto. E gli Ateniesi l'ebbero poi in tanta estimazione, come dice Troilo Sofista nel proemio della sua Rettorica MS., che i giorni, in cui potevan sentirlo festivi chiamavano, e lucerne le di lui Orazioni. Fu a lui solo, al dir di Cicerone, che in Delfo s'alzò una statua non indorata, ma d'oro.