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o( cxvi )o

ΓΟΡΓΙ´ΟΥ ΛΕΟΝΤΙ´ΝΟΥ ΛΟ´ΓΟΣ

ΠΕΡΙ´

ἉΡΠΑΓΗ῀Σ ΤΗ῀Σ ἙΛΕ´ΝΗΣ




Κόσμος πόλει μὲν εὐανδρία, σώματι δὲ κάλλος, ψυχῇ δὲ σοφία, πράγματι δὲ ἀρετή, λόγῳ δὲ ἀλήθεια· τὰ δὲ ἐναντία τούτων ἀκοσμία. ἄνδρα δὲ καὶ γυναῖκα καὶ λόγον καὶ ἔργον καὶ πόλιν καὶ πρᾶγμα χρὴ τὸ μὲν ἄξιον ἐπαίνων τιμᾶν, τῷ δὲ ἀναξίῳ μῶμον ἐπιτιθέναι· ἴση γὰρ ἁμαρτία καὶ ἀμαθία, μέμφεσθαί τε τὰ ἐπαινετὰ, καὶ ἐπαινεῖν τὰ μωμητά. τοῦ δ’ αὐτοῦ ἀνδρὸς λέξαι τε τὸ δέον ὀρθῶς καὶ ἐλέγξαι τοὺς μεμφομένους Ἑλένην, γυναῖκα περὶ ἧς ὁμόψη-


(1) L’Abate dall’Aglio ha pensato di aggiungere alla sua traduzion di Coluto un capitolo in lode del Becco, a consolazione, com’egli scrive, di Menelao, marito d’Elena. Più dovrebbe soddisfare al pubblico, come cosa più convenevole, il pensier mio di trasportare le presenti Orazioni d’Argomento uniforme a quel di Coluto. Questa di Gorgia, qualunque merito ell’abbia, è certo rispettabile per la sua antichità. Originali d’una lingua sì benemerita, dappoichè nulla di nuovo sperar ne possiamo, io gli vedrei volentieri nella nostra recati.

(2) Fu Gorgia Leontino, famoso orator siciliano, di nome assai chiaro per tutta la Grecia. Spedito egli Ambasciatore in Atene, stordì, come narra Dionisio Alicarnasseo, gli Uditori tutti colla sua eloquenza. Tanto di se medesimo pre-