39. Mater in obsidione Hierusalem comedens filium

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Bernardo Accolti - Ottave (XVI secolo)
39. Mater in obsidione Hierusalem comedens filium
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L’orrida madre ebrea, di pietà nuda,
Poi ch’ucise el figliol con pensier tristi,
A ciò ch’a sé l’ultima fame excluda
E col sangue innocente vita acquisti,
Disse gustando la vivanda cruda:
«Figliol, rientra nel ventre onde uscisti:
Meglio è cibo esser de tua genitrice
Che di vili vermi ne l’urna infelice».