Orgoglio e pregiudizio (1945)/Capitolo primo

Capitolo primo

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Jane Austen - Orgoglio e pregiudizio (1813)
Traduzione dall'inglese di Itala Castellini, Natalia Rosi (1945)
Capitolo primo
Capitolo secondo

È cosa ormai risaputa che uno scapolo in possesso di un vistoso patrimonio abbia bisogno soltanto una moglie.

Questa verità è così radicata nella mente della maggior parte delle famiglie che, quando un giovane scapolo viene a far parte del vicinato – prima ancora di avere il più lontano sentore di quelli che possono essere i suoi sentimenti in proposito – è subito considerato come legittima proprietà di una o dell’altra delle loro figlie.

«Caro Mr. Bennet», disse un giorno una signora al marito, «hai sentito che Netherfield Park è finalmente affittato?».

Mr. Bennet rispose che non lo sapeva affatto.

«Oramai non ci sono più dubbi», ribatté la signora, «perché è venuta qui poco fa Mrs. Long e mi ha raccontato ogni cosa».

Mr. Bennet non rispose.

«Non hai voglia di sapere chi lo ha preso?», esclamò sua moglie impaziente.

«Sei tu che hai voglia di dirmelo, e non ho nulla in contrario a sentirlo».

Come incoraggiamento poteva bastare.

«Dunque, mio caro, devi sapere che Mrs. Long dice che Netherfield è stato affittato a un facoltoso giovanotto dell’Inghilterra del Nord, che arrivò lunedì con un tiro a quattro per vedere il posto; ne fu talmente entusiasta da prendere immediatamente tutti gli accordi con Mr. Morris; prenderà possesso della proprietà prima di San Michele e una parte della servitù arriverà per la fine della settimana ventura».

«Come si chiama?»

«Bingley».

«È sposato o scapolo?»

«Oh, scapolo, scapolo, grazie a Dio. Scapolo e, per di più, ricchissimo: quattro o cinquemila sterline di rendita. Che fortuna per le nostre ragazze!». «Perché? che c’entrano loro?»

«Come sei noioso, caro Bennet!», rispose sua moglie. «Puoi immaginare che spero ne sposi una, no?»

«È questo il suo proposito nello stabilirsi qui?»

«Proposito! che sciocchezze! che modi di parlare son questi! Nulla però gli può impedire di innamorarsi di una di loro e di sposarla; per cui, appena arriva, devi recarti immediatamente a fargli visita».

«Non ne vedo proprio la ragione. Puoi andare tu con le ragazze, oppure puoi mandarle da sole, cosa ancora migliore dato che, essendo tu graziosa come loro, Mr. Bingley potrebbe, fra tutte, preferire te».

«Caro, tu vuoi adularmi. Non nego di essere stata graziosa ai miei tempi, ma non pretendo di essere adesso più niente di straordinario. Quando una donna ha cinque figliole da marito, è meglio che rinunci a pensare alla propria bellezza».

«Questo accade soltanto quando a una donna non rimane più molta bellezza».

«Ti ripeto, mio caro, che quando Mr. Bingley diventerà nostro vicino, dovrai farti un dovere di andarlo a conoscere».

«Mi stai chiedendo un po’ più di quanto possa prometterti, ti assicuro».

«Ma così poco ti premono le nostre figlie? Pensa che partito sarebbe per una di loro! Sir William e Lady Lucas hanno già deciso di fargli visita, e la ragione non può essere che questa, perché, come sai, generalmente non si recano dai nuovi arrivati. Davvero dovrai andare anche tu, perché a noi sarebbe impossibile farlo, se tu non ci hai precedute».

«Mi sembri più che scrupolosa. Sono certo che Mr. Bingley sarà felicissimo di vederti; e io, a mezzo tuo, gli manderò due righe per assicurarlo del mio cordiale consenso al suo matrimonio con quella delle nostre ragazze che sceglierà; e sarà mia premura mettere una buona parola per la mia piccola Lizzy».

«Spero che non farai una cosa simile. Lizzy non vale più delle altre e non è certo bella come Jane, né ha il carattere brioso di Lydia. Ma tu hai sempre avuto una preferenza per lei».

«Nessuna di loro vale molto», rispose Mr. Bennet, «sono tutte sciocchine e ignoranti come le altre ragazze; ma Lizzy è un po’ più sveglia delle sue sorelle».

«Come puoi insultare così le tue figlie? Lo fai apposta per irritarmi. Non hai nessuna pietà dei miei poveri nervi».

«Ti sbagli, cara. Ho un profondo rispetto per i tuoi nervi. Sono miei vecchi amici. Sono almeno vent’anni che te ne sento parlare».

«Ah, tu non sai davvero quello che soffro».

«Ma spero che ormai ti farai forza, e che vivrai abbastanza lungamente per vedere stabilirsi nei dintorni molti giovani con quattromila sterline di rendita».

«A cosa servirebbe che ne venissero venti, se tu non vuoi degnarti di far loro nemmeno una visita?»

«Sta pur certa, cara, che quando saranno venti, andrò a far visita a tutti».

Mr. Bennet era un tale impasto di vivacità e di sarcasmo, di riserbo e di estrosità, che a sua moglie non erano bastati ventitré anni di esperienza per comprenderne il carattere. Lei era invece meno difficile a capirsi. Era una donna di intelligenza mediocre, di poca cultura e di carattere volubile. Quando era scontenta, si immaginava di essere nervosa. Il grande scopo della sua vita era di dar marito alle figlie; le sue uniche distrazioni, le visite e i pettegolezzi.