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Dialogo di un cavallo e un bue
Al dialogo del cavallo e del bue

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Dialogo di un cavallo e un bue
Al dialogo del cavallo e del bue
Dialogo di un cavallo e un bue Frammento sul suicidio


Si può far derivare l’estinzione della specie umana dalla sua corruzione, effetto ben probabile anche in filosofia considerando l’indebolimento delle generazioni, e paragonando la durata della vita, e la statura, il vigore ecc. degli uomini moderni con quello degli antichi. E così rispetto ai cangiamenti dell’animo e dello spirito, alle sventure derivatene, al mal essere politico, corporale, morale, spirituale che cagionano ecc.

Della degenerazione delle forze e della statura umana ecc. insomma del corpo umano v. il capo v di Velleio, e quivi molte testimonianze nelle note Variorum.

Omnis eorum juventus (Cauchorum, popoli della Germania), infinita numero, immensa corporibus etc. Velleio II. 106, sect. l. Lo dice come testimonio di vista.

Galli Senones, gens natura ferox, moribus incondita, ad hoc ipsa corporum mole, perinde armis ingentibus, adeo omni genere terribilis fuit, ut plane nata ad hominum interitum, urbium stragem videretur. Floro I, 13. Vedilo pure 11. 4. Insigne spectaculum triumphi fuit. Quippe vir, proceritatis eximiae (Theutobochus rex Theutonorum) super tropaea sua eminebat. Id. III, 3. Cum rege Parthoruni iuvene excelsissimo. Velleio II, 101, sect. 1, come testimonio oculare. V. i commentatori. Batonemque et Pinetem excelsissimos duces de’ Pannomi e de’ Dalmati. II, 114, sect. 4. Questi pure poco prima ch’egli scrivesse, veduti da tutto l’esercito di Tiberio, presi, e forse condotti a Roma in trionfo, e forse allora ancor vivi. V. gli Storici.

V. Floro della corporatura dei Galli propri III, 10, dove del re Vercingetorige. Ed ivi, prima, dei Germani. Di alcune specie perdute di uccelli. v. la Biblioteca Italiana t. 6. p. 190, dopo il mezzo.

Della lunga vita degli uomini antichissimi v. l’opinione mitologica degl’indiani nel Ramayuna. Annali di Scienze e lettere. Milano, 1811. Novembre. N. 2 3, p. 3 5, dal mezzo in giù. Il Ramayuna è uno de’ principali libri di mitologia indiana. V. pure Rocca. Memorie intorno alla guerra in Ispagna. Milano, Stella 1816. p. 161-2. Parte II, ed ib. p. 180 principio.

Cavallo
Sapevano quali erano le malattie delle quali si poteva morire, e appresso a poco se sarebbero morti o no, e in genere pochi morivano senz’averlo preveduto con sommo spavento e dolore, e sentita la morte innanzi tempo. Ora chi di noi, bene o male che stia, pensa mai alla morte e si attrista per dover morire, o su nulla di questo negozio? E mantenevano i medici quasi non per altro che per sapere innanzi tempo quando sarebbero morti ecc. Così che la morte era per loro uno spasimo, e frequentissimo anche nel corso della vita, per i dubbi, i timori, i sospetti ecc. di malattie mortali, di pericoli ecc.

Osservazioni sulla previdenza del futuro, e come la tristezza, la malinconia ecc. derivante dall’aspettazione o timore del male (cosa per una parte maggior del male, come prova Senofonte nella Ciropedia con vari esempi; per altro lato, costituente la massima parte della nostra infelicità) sia quasi affatto ignota e straniera ed aliena agli animali.

Εἰσὶ δὲ καὶ ἄλλως οἱ Κελτοὶ μακρῷ πάντας ὑπερηρκότες μήκει τοὺς ἀνθρώπους. Pausan. l. 10 c. 20.

Οι δε Γάλαται τοἲς μὲν σώμασιν εἴσὶν εὒμήκεις. Diod. l. 5 c. 28.

Nel ginnasio d’Asopo in Laconia si conservavano dell’ossa umane di prodigiosa grandezza. Pausan. l. 3 c. 22. p. 264. ap. Voyage d’Anach. ch. 41. p. 83. t. 4. L’on nous montra dans un temple d’Esculape (à Megalopolis en Arcadie) des os d’une grandeur extraordinaire, et qu’on disoit être ceux d’un géant’ (Pausan. l. 8 c. 32. p. 667). Même ouvrage ch. 52, t. 4. p. 301. On étoit alors persuadé que la nature, en donnant aux anciens héros une taille avantageuse, avoit etc. (Philostr. Apollon. 11. 21. p. 73. iv. 16. p. 182. Gell. m. 10). Eschyle releva ses acteurs par une chaussure très-haute. (Philostr. Apoll. VI, 11. p. 245. Vit Sophist. 1, p. 492. Lucian de Salt. par. 27. t. 2. p. 284. Vit. Aeschyl ap. Robort. p. II). Même ouvrage t. 6. ch. 69. p. 19. Vedete ancora circa la statura d’Ercole, Apollod. II. 3. par. 9. p. 96. Philostr. Apoll. II. 21. p. 73. Iv. 16. p. 152. Gell. III. 10, Nous parcourûmes l’île (de Rhodes) dans sa partie orientale où l’on prétend qu’habitoient autrefois des géants. 6 (Diod. Sic. 1. 5. p. 327.) On y a découvert des os d’une grandeur énorme. (Phleg. de mirabilibus c. 16). Voy. d’Anach. ch. 73. t. 6. p. 142.

Dei giganti vedete la Parte primera de la Chronica del Peru di Pedro de Cieca del Leon. en Anvers. 1554. 8° piccolo. cap. 52 e cap. 82. fin. pag. 212. Delle grandi ossa d’uomini trovate in vari loghi v. Flegonte de mirabilibus cap. 11 - 19 e particolarm. la riflessione ch’egli fa nel cap. 15. fine. Della lunga vita degli uomini antichiss. v. la Cron. di Euseb. di ove parla dei primi re egiziani e assiri, Goguet tom. 3 Diss. sui Cinesi.

Il Mammut grandissimo quadrupede. Non è ben deciso se distinguasi dall’Elefante o se sia la cosa stessa; la specie se n’è perduta, e soltanto trovansene dei resti e dei grossi ossami nella Siberia e altrove. Casti. An. Parlanti. C. 10. nota (a) alla st. 63.

I libri islandesi spesso ragionano dei giganti della Scandinavia, ed alcuni gravi istorici hanno anche voluto scorgere in essi la prima razza d’uomini stabilita nella penisola (di Svezia e Norvegia). Popolari tradizioni sopra i giganti si sono un tempo sparse in molti altri paesi; ma esse hanno dovuto aver più facilmente origine nei paesi scandinavi che altrove. Imperciocché quivi si trovano, anche ai dì nostri, uomini della più alta statura, e se ne incontra in alcune provincie della Norvegia di quelli che in altri paesi sarebbero reputati giganti. Il vigore e la forza sono parimente gli attributi di questa schiatta, riguardevole p. l’alta statura. Fin dalla prima fanciullezza i Norvegesi sotto un cielo severo si avvezzano agli stenti e alle fatiche. - La Norvegia. Articolo compendiato dall’opera intitolata Histoire des Révolutions de Norvège suivie du tableau de l’état actuel de ce pays, et de ses rapports avec la Suède, par j. P. G. Catteau-Calleville, chev. de l’Etoile polaire etc. Paris, Pillet, 1818 - nel Raccoglitore di Milano vol. 1, p. 7.

Nessuna cosa in queste riunioni (conversazioni in casa del presidente del Congresso Americano in Washington) impegnò tanto la mia attenzione quanto la straordinaria statura della maggior parte dei membri degli Stati occidentali; la camera pareva piena di giganti, tra cui gli uomini moderatamente alti apparivano come pigmei. Io non so bene a che debba attribuirsi questa differenza, ma la sorprendente altezza a cui crescono gli abitanti degli Stati (Uniti) occidentali è argomento di maraviglia a quelli degli Stati orientali, ed a quelli della linea della costa generalmente. Le sole persone che potessero paragonarsi con questi Golia dell’occidente, erano sei capi Indiani che venivano dalla Georgia; essendosi recati a Washington per pubblici negozi, essi erano stati presentati alla conversazione del Sig. Madisson (presid. del Congresso). Questi avevano un'apparenza di vigor muscolare superiore ancora a quella degli Americani; e nell’atto che io gli stava riguardando, mi tornava in pensiero la prodezza di que’ cavalieri antichi, la cui sola forza bastava p. contenere un esercito, e che costringevano tutta Troia a ritirarsi. - Viaggio nel Canadà e negli Stati Uniti fatto nel 1816 e 1817 da Francesco Hall, luogotenente nel 14° reggimento Dragoni leggieri. Londra 1818, in 8. Passo tradotto e riportato nel Raccoglitore di Milano, vol. I. p. 135-6.