Opere minori (Ariosto)/Rime varie/Sonetto XXX
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Rime varie - Sonetto XXIX | Rime varie - Sonetto XXXI | ► |
Sonetto XXX.
Ecco, Ferrara, il tuo ver paladino1
Di fè, d’ingegno, di prodezza e côre;
Ecco quel c’ha chiarito il fatto errore
4D’alcun di Spagna al buon duca d’Urbino.
Animo generoso e pellegrino,
Che di sì grande impresa il grande onore
Riporti alla tua patria, al tuo signore,
8Qual già gli Orazi al popolo sabino;
Fra ferri ignudo, e sol di côre armato,
Con l’altero inimico a fiera fronte,
11Quanto è il valor d’Italia hai dimostrato.
Difeso hai ’l vero, e vendicate l’onte,
E l’ardir orgoglioso hai superato;
14Fatte hai le forze tue più aperte e conte.
Forse saran men pronte
Le voglie di color che a simil giôco
17Innanzi al fatto avean un côr di fôco.
Ecco che a tempo e loco
Il Ciel, ch’opra lassù, quaggiù dispone
20Virtù, giustizia a un tempo, e paragone.
Note
- ↑ Questo Sonetto è riportato dal Baruffaldi, Vita dell’Ariosto, pag. 179. Fu scritto dal poeta in occasione d’un duello seguito fra un soldato ferrarese, nominato Rosso della Malvasía, e un soldato spagnuolo, eletti dalle due parti come campioni a sostener l’onore delle due nazioni, per aver detto un soldato italiano che gli Spagnuoli erano traditori dell’infelice duca di Urbino. In questo duello, accaduto nel regno di Napoli, il soldato spagnuolo rimase ucciso. — (Molini.)