Opere minori (Ariosto)/Poesie latine/Liber secundus/Carmen IV

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Ludovico Ariosto - Opere minori (1857)

Carmen IV

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IV.

DE VERONICA.

Es Veronica ne, an potius vere unica? quæ me
     Uris, quæ mihi me tam cito sûrpueris?¹
Unica nimirum, cui soli est forma, decorque,
     Gratiaque, et quantum est et salis et veneris.
Quæque simul casta es, simul et pulcherrima sola;
     O sola, o vero nomine digna tuo!

Note

↑ Sincope del verbo surripio, avendosi sûrptus in Plauto, sûrpite e sûrpuerat in Orazio. Questa frase del tutto amorosa, considerato il linguaggio usato dagli scrittori galanti del secolo XVI, non escluderebbe il sospetto che questa poesia fosse composta dopo aver veduta di presenza la celebre Veronica Gambara. Se non che tra le qualità qui lodate, mancava a lei (se le cronache dicon vero) la bellezza.

[1] Sincope del verbo surripio, avendosi sûrptus in Plauto, sûrpite e sûrpuerat in Orazio. Questa frase del tutto amorosa, considerato il linguaggio usato dagli scrittori galanti del secolo XVI, non escluderebbe il sospetto che questa poesia fosse composta dopo aver veduta di presenza la celebre Veronica Gambara. Se non che tra le qualità qui lodate, mancava a lei (se le cronache dicon vero) la bellezza.

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