Opere minori (Ariosto)/Lettere/Lettera XIII

Lettera XIII

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XIII.1

Allo stesso, come fratello onorando.

Magnifico messer Giovanfrancesco.

V. S. intenderà per la lettera di fra’ Gasparo, come è venuto a Ferrara indarno; e questo per colpa del portator [p. 544 modifica]delle lettere, che al passar che fece di qui, non mi parlò, ma diede le lettere a casa mia, e se ne portò con lui il decreto, il quale poi pur oggi per le mani di fra’ Gasparo ho avuto: sicchè non l’ho potuto far vedere, ed è forza ch’io lo ritenga per far quanto circa questo accade; ma n’avrò buona custodia, non meno che n’avría il magnifico vostro padre; e poi ve lo rimetterò a salvamento, o pur farò quanto mi scriverete. Col magnifico messer Guido non ho voluto parlar circa le possessioni di Quartesana, se prima non vi avviso che la possessione che voi vorreste non è in sua potestade; però che subito dopo la morte di madonna Leona, gli fu forza a venderla per restituir la dote alli suoi eredi; e solo gli resta in Quartesana quella sua bella possession grande, che vale forse otto o dieci milla ducati: chè più tosto credo che daría via la moglie che la possessione, perchè non ha se non quella appresso a quel bel palazzo. Di quelle che vi vorría dare in godimento a Recano,2 non sête ben informato circa il condurre delli ricolti; perchè li lavoratori sono obligati a condurre ogni cosa a Ferrara. Gli è vero che per le rotte di Po due volte si è affondata; ma Dio sa se questo accaderà più, perchè tal rotta è stata perchè li Mantovani han tagliato l’argine: alla qual cosa penso che i signori Veneziani ed il duca nostro abbian da provedere, o per una via o per un’altra, che non lo faccian più. Circa questa e l’altre particolarità si tratterà quando sia fatto quello che principalmente s’ha da fare: che sarà alla tornata di madonna Simona e di fra’ Gasparo, che gli è forza che torni un’altra volta.

Madonna Alessandra si raccomanda a V. S., ed a vostra sorella; e per questo messo le manda due drappeselli, di quelli ha fatto far a posta; che tutti dui insieme ha pagato uno scudo d’oro, ma con gran parole e contese, che ’l giudeo che li ha fatti, ne volea quattro lire: pur gli è convenuto aver pazienza. E si offerisce in quello che può, e la prega che le comandi: e così fo io.

Ferrariæ, 19 ianuarii 1532.

Di Vostra Signoría,
Lodovico Ariosto.



Note

  1. È tra le raccolte dal Barotti, l. c, pag. 395.
  2. Quartesana e Recano, due villaggi del Ferrarese, dove la casa Strozzi aveva molti poderi. — (Barotti.)