Opere (Lorenzo de' Medici)/XV. Canzoni a ballo/Canzone V.
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v
Vivo contento e stommi lieto in pace,
perché cosí al mio caro signor piace.
Vuol ch’io sia lieto piú che alcuno amante
la donna mia e ’l mio gentil signore,
e cacciate ha le pene tutte quante,
né vuol ch’io senta piú pianto o dolore:
e di tanta dolcezza ha pieno il core,
ch’è per morir in mezzo alla sua pace.
Non fece Amor alcun mai tanto lieto,
quanto son io, e d’allegrezza pieno;
e s’io il tenessi nel mio cor secreto,
per la troppa dolcezza verre’ meno.
Non fu giamai il ciel lieto e sereno,
quanto il cor a cui troppo il suo ben piace.
Fuggan da me tutti i sospiri e’ pianti,
fugga dal core ogni maninconia.
Felice e lieto par fra li altri amanti,
ché cosí vuol la bella donna mia:
la qual, poich’è verso il mio cor sí pia,
la vita per servirla sol mi piace.
S’io non temessi che la ria fortuna,
forse invidiosa a mia troppa dolcezza,
color mutassi e diventassi bruna,
sare’ certo la mia troppa allegrezza:
poiché la fonte d’ogni gentilezza
mi fa contento stare in tanta pace.