Opera:Epigrammi (Alfieri)
Edizioni
modifica- Epigrammi , in Gli epigrammi, le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri, Torino, Paravia, 1903, pp. 1-37.
- Dagli Epigrammi , in Rime di Vittorio Alfieri scelte e commentate ad uso delle scuole da Rosolino Guastalla, Firenze, Sansoni, 1912, pp. 275-284.
Indice alfabetico
modifica- Ad Angelo Maria d'Elci → Mordimi, prego (ma co' denti tuoi) (1788?)
- A diverbio un eunuco era venuto (4 novembre 1794)
- A donna un uom non basta? (1778?)
- Agli Europei propongono i Francesi (15 novembre 1798)
- Al Doge, ed ai suoi Veneti, giudizio (5 maggio 1797)
- Al mio nascer ci fui, ma mezzo appena (1° febbraio 1796)
- Alta due palmi e mezzo a tre non giunge (febbraio 1777)
- Angli che dite? ei non fu vostro re? (1778?)
- Approvazione (1783)
- A tre cose non mai congiunte pria (31 agosto 1789)
- A voler mordere (2 settembre 1784)
- Baionette, cannon, tamburi e schioppo (17 marzo 1801)
- Base di ogni opra bella, il nascer bene (16 settembre 1797)
- Benché nulla importar ti dee di Quelli (24 agosto 1798)
- Biasmando laudate (1783)
- Capitano; è parola [Paragone d'armonia fra tre lingue moderne] (1789)
- Ce grand procès, à mon avis (29 marzo 1786)
- Cent soixante notables (9 marzo 1787)
- Che pretende il Pretendente? (6 aprile 1786)
- Chi dai miei Bruti tien dissimil me (senza data)
- Chi di parer non cura, un uom fors'è (18 gennaio 1796)
- Chi fu, che fece e che mertò costui? [Dietro un ritratto miniato dell'autore] (11 maggio 1795)
- Chi in Bisanzio, chi in Grecia e chi in Egitto (30 giugno 1798)
- Ci va dicendo Orpèl ch'ei mai non dorme (12 ottobre 1788)
- Clizia, mondana ancor, ben mille amanti (1778)
- Contro Angelo Maria d'Elci → D'invidietta pregno (12 agosto 1788)
- Contro Angelo Maria d'Elci → L'uom che in un sol sonetto (2 settembre 1784)
- Contro Angelo Maria d'Elci → Tragedie due già fe' (1783)
- Contro Carlo Edoardo Stuart, marito della Contessa d'Albany → Padre trent'anni muto il Pretendente (27 gennaio 1786)
- Contro i detrattori delle sue Tragedie → Dare e tor quel che non s'ha (29 agosto 1783)
- Contro i detrattori delle sue Tragedie → Mi trovan duro? (30 luglio 1783)
- Contro i detrattori delle sue Tragedie → Pedanti, pedanti (1783)
- Contro i detrattori delle sue Tragedie → Toscani, all'armi (1783)
- Contro il Prof. G. M. Lampredi. Motu-proprio del Principe del buon gusto → Io professor dell'università (Pisa, 23 gennaio 1785)
- Contro il signor Zacchiroli di Siena → Fosco, losco, e non Tósco (agosto 1783)
- Contro l'esercito francese che distrusse il forte della Brunetta → Le forti rocche, cui né prender mai (senza data)
- Crudo è lo scherzo, che vien fatto a voi (29 giugno 1795)
- Dai Galli in rima le tragedie fersi (senza data)
- D'ampia guerra brevissima rassegna (19 gennaio 1796)
- D'api un libero sciame [Le mosche e l'api] (1789)
- Dare e tor quel che non s'ha [Contro i detrattori delle sue Tragedie] (29 agosto 1783)
- Dei Francesi per togliersi la noia (novembre 1800)
- De' principi il flagello (4 novembre 1788)
- Dialogo fra l'uomo e le quattro pesti → Re, confessori, medici, avvocati (senza data)
- Dialogo fra una seggiola e chi vi sta su → Signor, perché del tuo disutil peso (Pisa, giugno 1766)
- Dietro al ritratto spedito all'abate di Caluso → Poiché il destino ci vuol pur divisi (26 luglio 1797)
- Dietro un ritratto miniato dell'autore → Chi fu, che fece e che mertò costui? (11 maggio 1795)
- Di Firenze è scacciato (Pisa, 18 dicembre 1784)
- Di libertade il vero arbor son io (1798)
- D'invidietta pregno [Contro Angelo Maria d'Elci] (12 agosto 1788)
- Dio la corona innesta (14 marzo 1789)
- Di Venezia, e di Genova, e di Roma (13 settembre 1798)
- Donna, che altrui togliendo ogni speranza [Inviando una divisa chiesta] (31 gennaio 1787)
- Dopo tanti gran secoli da cani (12 febbraio 1798)
- Du' avvocati, due medici e un chirurgo (1798)
- Due Consolini appesi a un Ciondolone (Firenze, 1800)
- Due parole enimmatiche (14 gennaio 1799)
- Ecco nascer Penelope da Frine (13 ottobre 1797)
- E qui il socco, se in piede anco mi sta (dicembre 1802)
- Fame, imbratta d'inchiostro (senza data)
- Fattisi in Gallia re gli avvocatuzzi (5 gennaio 1797)
- Festevol motto arguto (16 aprile 1797)
- Filippo, abbozzo sudicio qual sei (senza data)
- Forse alcun pregio aveano [In risposta a un'ode del Parini] (1° maggio 1790)
- Forse inventava Alfieri un ordin vero (1803)
- Fosco, losco, e non Tósco [Contro il signor Zacchiroli di Siena] (agosto 1783)
- Fra l'opre tutte degl'Iddii più altere (30 agosto 1798)
- Gli Angli, già liberi, or vendon sé (1783)
- Gli equestri re, che instatuarsi al vivo (16 febbraio 1789)
- Hammi il vostro biasmarmi assai laudato (1783)
- Ho visto già quel ch'è (1789)
- Il bestemmiar gli Angeli, i Santi, e Dio (10 maggio 1786)
- Il Papa è papa e re (1783)
- Il raccoglier brutture per le strade (24 luglio 1795)
- Il soggiacer a un re assoluto, è un guai (24 febbraio 1798)
- In Campidoglio un teschio di cavallo (1798)
- In Levante audaci e preste (17 agosto 1798)
- In occasione del processo intentatogli in Inghilterra dal marito di una signora che egli corteggiava → Tutto a contanti recano i Britanni (1771)
- In risposta a un'ode del Parini → Forse alcun pregio aveano (1° maggio 1790)
- Inviando una divisa chiesta → Donna, che altrui togliendo ogni speranza (31 gennaio 1787)
- Io non so, se più amico (1778?)
- Io professor dell'università [Contro il Prof. G. M. Lampredi. Motu-proprio del Principe del buon gusto] (Pisa, 23 gennaio 1785)
- La nullità dell'uno inserto al zero (1783)
- L'arte sua ciascun faccia. Il vero scriva (6 febbraio 1790)
- Lasciai la spoglia, ma il furor non lasso [Sotto una statua di Bruto] (senza data)
- Lauda tu sol te stesso (1789)
- Le forti rocche, cui né prender mai [Contro l'esercito francese che distrusse il forte della Brunetta] (senza data)
- Le mosche e l'api → D'api un libero sciame (1789)
- Le prime quattro Alfieriche; la quinta [Parere dell'Autore sulle sei commedie] (1802)
- Libertà che vuol tormisi lung'Arno (7 giugno 1796)
- L'oro pria, poscia il sangue, indi la fama (21 agosto 1788)
- Lucca, a te forse contro al Gallo crudo (23 giugno 1797)
- L'uom che in un sol sonetto [Contro Angelo Maria d'Elci] (2 settembre 1784)
- Mai non pensa altro che a sé (1786)
- Massirizio tutto sa (1789)
- Mista coll'irto crin, del crin più sconcia (1798)
- Mi trovan duro? [Contro i detrattori delle sue Tragedie] (30 luglio 1783)
- Mi vien da rider, quand'io sento dire (23 febbraio 1797)
- Molti siete; i' son uno (7 luglio 1798)
- Mordimi, prego (ma co' denti tuoi) [Ad Angelo Maria d'Elci] (1788?)
- Nabidi, e Cato; ripugnanti sempre (9 settembre 1798)
- Nei prolissi calzononi (9 ottobre 1797)
- Nel punto in cui di Galli armati schiavi (7 settembre 1798)
- Non che a te, fida suora, ai più remoti [Sotto al ritratto mio per la sorella] (17 novembre 1797)
- Odo ogni uomo arditamente (senza data)
- Oh degli antiqui cavalier ben degna (Torino, febbraio 1777)
- Padre trent'anni muto il Pretendente [Contro Carlo Edoardo Stuart, marito della Contessa d'Albany] (27 gennaio 1786)
- Papa infallibile (28 agosto 1783)
- Paragone d'armonia fra tre lingue moderne → Capitano; è parola (1789)
- Parere dell'Autore sulle sei commedie → Le prime quattro Alfieriche; la quinta (1802)
- Pedanti, pedanti [Contro i detrattori delle sue Tragedie] (1783)
- Per abborrir quanto è dovere i Galli (26 febbraio 1797)
- Perch'ei cangi impostura (18 agosto 1798)
- Per liberarmi (7 marzo 1798)
- Più d'un le piace (1783)
- Poiché il destino ci vuol pur divisi [Dietro al ritratto spedito all'abate di Caluso] (26 luglio 1797)
- Qual dei due Bruti è il primo? (9 ottobre 1788)
- Queste tue polveri (senza data)
- Rado nuoce il tentar; talvolta giova (senza data)
- Re, confessori, medici, avvocati [Dialogo fra l'uomo e le quattro pesti] (senza data)
- Sacro ebbi già di cittadino il nome (13 febbraio 1797)
- Securo alfin l'italo Alfier qui giace (5 maggio 1799)
- Semi-Claudi imperanti (15 ottobre 1788)
- Sempre eccellenti i Galli in altere opre (25 ottobre 1798)
- Sia l'avvenir qual vuolsi, a me pur sempre (17 settembre 1798)
- Sia pace ai frati (Siena, 15 agosto 1785)
- Signor, perché del tuo disutil peso [Dialogo fra una seggiola e chi vi sta su] (Pisa, giugno 1766)
- S' l' è mi ch' son d' fer o j' Italian d' potìa (Venezia, 7 giugno 1783)
- Son dur, lo seu, son dur, ma i parlo a gent [Sonet d'un Astesan an difeisa dl stil d' soe Tragedie] (Roma, 23 aprile 1783)
- Sonet d'un Astesan an difeisa dl stil d' soe Tragedie → Son dur, lo seu, son dur, ma i parlo a gent (Roma, 23 aprile 1783)
- Sono il Moschi e il Gramosi una pariglia (Pisa, 29 aprile 1785)
- Sotto al ritratto mio per la sorella → Non che a te, fida suora, ai più remoti (17 novembre 1797)
- Sotto una statua di Bruto → Lasciai la spoglia, ma il furor non lasso (senza data)
- Spogliar chi mal suoi panni difendea (16 febbraio 1796)
- Tigre coniglio (1783)
- Tolti di mie tragedie i due t'hai tu (Siena, 27 settembre 1783)
- Toscani, all'armi [Contro i detrattori delle sue Tragedie] (1783)
- Tragedie due già fe' [Contro Angelo Maria d'Elci] (1783)
- Tu m'inviasti (e fu maligno il dono) (Torino, gennaio 1777)
- Tutto a contanti recano i Britanni [In occasione del processo intentatogli in Inghilterra dal marito di una signora che egli corteggiava] (1771)
- Tutto rosso fuor che il viso (31 luglio 1783)
- Un Arcivescovo (1783)
- Un vil proverbio corre (Parigi, 6 ottobre 1788)
- Uom di corte e di fede? (1783)
- Vanto primo, è il formar cose novelle (1798)
- Vedete, s'io son tondo! (19 agosto 1798)
- Volar non pon senz'ali i Galli-cani (3 marzo 1798)
- Vuoti il capo, le man, la borsa e il cuore (9 giugno 1795)