Ogni meo fatto per contrario faccio
Questo testo è incompleto. |
a cura di Guido Zaccagnini, Amos Parducci
XIII secolo
Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
VII
Lamenta l’avversa fortuna
che gli fa fare sempre il contrario di quel che vorrebbe.
Ogni meo fatto per contrario faccio,
e di niente d’intorno mi guardo:
l’estate so’ piú freddo che no el ghiaccio,
l’inverno per il gran calor tutto ardo.
Se ho lettera de gioia, si la straccio,
se di dolore, la repogno e guardo;
chunque è mio amico, si i’ lo minaccio,
se mi saluta, si me fier d’un dardo.
Credo che Dio ensieme e la natura
erano irati quando mi creâro,
ché trasformôrmi d’ogni creatura.
Però il lor non gittarono en paro,
e l’alma che mi deron clara e pura
giammai no’ l’averanno en suo reparo.