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30 | i - i rimatori pistoiesi |
VI
Amara delusione.
L’altrier pensando mi emaginai
mandare Amore a la donna mia;
ed a lui piacque per sua cortesia
andar a lei; tanto ne ’l pregai.
Poi retornò e disseme: — Che fai?
tutta l’ho misa ne la tua bailia:
I’ ti so a dire, ch’ell’è a mezza via,
e vien a te, se tu a lei non vai. —
Po’ me venn’un penser da l’altro lato,
e fortemente me represe e disse:
— Amico meo, tu hai folle pensato.
Or credi tu ch’ella con te venisse?
E tu anderesti a lei? Se’ tu in istato? —
Parvente allor che l’alma se partisse.
VII
Lamenta l’avversa fortuna
che gli fa fare sempre il contrario di quel che vorrebbe.
Ogni meo fatto per contrario faccio,
e di niente d’intorno mi guardo:
l’estate so’ piú freddo che no el ghiaccio,
l’inverno per il gran calor tutto ardo.
Se ho lettera de gioia, si la straccio,
se di dolore, la repogno e guardo;
chunque è mio amico, si i’ lo minaccio,
se mi saluta, si me fier d’un dardo.
Credo che Dio ensieme e la natura
erano irati quando mi creâro,
ché trasformôrmi d’ogni creatura.
Però il lor non gittarono en paro,
e l’alma che mi deron clara e pura
giammai no’ l’averanno en suo reparo.