Odi e inni/Inni/Il pope

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IL POPE


     .... da oggi son abbiamo più imperatore:
il sangue degl'innocenti lo separa dal suo popolo...
Dio vi benedica....

Gapony.



i


Piccolo padre, il tuo popolo
     piange! prega che tu vada,
tu, sino a lui; chè a lui sbarrano
     4i cosacchi tuoi la strada.
Piange, e ti supplica: grazia!
     dà, per i suoi figli, il pane!
no: per i tuoi... che famelici
               8hai nelle sue tane.

Piccolo padre, al tuo popolo
     reca tu ciò che consola!
Passa quel fiume! Il tuo popolo
     12nel fango è sino alla gola.
Esso verrebbe; ma, piccolo
     padre, sai che lo impedisce,
Zar, la tua legge, nagáika,
               16Zar, a sette strisce.

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Protettore! Salvatore!
passa il fiume che rimbomba!
Scendi, o padre e imperatore,
20va su l’acque alla sua tomba!
Non sei tu come chi nacque
dallo Spirito, e che può
camminar su le grandi acque?,
               24Non puoi?... No!


ii


L’acque son rapide e torbide,
     cupo è il fiume, il fiume è grosso.
Fu per un ferreo diluvio,
     28per un uragano rosso.
Furono lampi di sciabole,
     sibili di sferze, furia
secca di grandine e folgori,
               32come là in Manciuria...

Ma non si trovano laceri
     sotto l’unghia dei cavalli,
i tuoi nemici, quei piccoli
     36tuoi nemici di là, gialli...
Erano figli del piccolo
     padre; sono, o Zar, tua cosa!
C’è qualche cosa di vergine...
               40che fa tutto rosa.

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Sangue! Sangue! Sangue! Sangue!
Tu non puoi passare: è troppo!
Quale uragano di sangue,
44i tuoi Cosacchi al galoppo!
E poi fuma, bolle... Sciopera
anche tu! nasconditi!
Non puoi, no! Ma là... quel Pope...
               48Egli, sì!


iii


Chi?... Ma lo chiamano piccolo
     padre. E parla; altro non vuole.
Corrono le moltitudini
     52alle sue dolci parole.
Parla; ed al santo tuo Sinodo
     dice il tuo Metropolita:
«Egli bandì la bestemmia.
               56Voi l’avete udita».

E chi è dunque?... Lo seguono
     zappatori e duri fabbri.
Taciti l’odono: appendono
     60il lor ánsito ai suoi labbri.
Coi peccatori, coi miseri
     che la lebbra hanno del male,
egli nei trivii e quadrivii
     64mangia il pane e il sale...

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Sì, ma passa! Egli sì, passa,
passa a piedi asciutti il fiume.
Il suo piede non abbassa
68l’orma su le rosse schiume.
Non a lui volesti andare,
Zar di poca fede: ora è
lui che su l’eterno mare
               72viene a te!


iv


Dunque chi è, che in un vortice
     rosso ti conduce i morti?
Vengono gli uomini, pallidi,
     76tutti nel suo sguardo assorti;
vengono trasfigurandosi
     nella chiarità dell’aria,
vengono donne di Magdala,
               80donne di Samaria;

vengono i bimbi: sui riccioli
     pésti la sua mano posa.
Quale sfiorita di petali,
     84donde il grande color rosa!
Passano il gorgo inguadabile,
     sangue dal fonte alla foce.
E chi è dunque? Chi? Guardalo:
               88regge la sua croce.

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Egli è il Cristo! il Cristo! il Cristo!
Caifa il pallio anco s’è scisso.
Egli è il Cristo! o Zar, il Cristo!
92Tu, tu l’hai ricrocifisso.
Lava, lava le tue mani!
Egli a te ritorna; e tu,
o sovrano dei sovrani,
               96non sei più!