Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Mors nell'epidemia difterica
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Mors nell’epidemia difterica
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MORS
Quando a le nostre case la diva severa discende,
da lungi il rombo de la volante s’ode,
e l’ombra de l’ala che gelida gelida avanza
diffonde intorno lugubre silenzïo.4
Sotto la venïente ripiegano gli uomini il capo,
ma i sen feminei rompono in aneliti.
Tale de gli alti boschi, se luglio il turbine addensa.
non corre un fremito per le virenti cime:8
immobili quasi per brivido gli alberi stanno,
e solo il rivo roco s’ode gemere.
Entra ella, e passa, e tócca; e senza pur volgersi atterra
gli arbusti lieti di lor rame giovani;12
miete le bionde spiche, strappa anche i grappoli verdi,
coglie le spose pie, le verginette vaghe
ed i fanciulli: rosei tra l’ala nera ei le braccia
al sole a i giuochi tendono e sorridono.16
Ahi tristi case dove tu innanzi a’ vólti de’ padri,
pallida muta diva, spegni le vite nuove!
Ivi non piú le stanze sonanti di risi e di festa
o di bisbigli, come nidi d’augelli a maggio:20
ivi non piú il rumore de gli anni lieti crescenti,
non de gli amor le cure, non d’imeneo le danze:
invecchian ivi ne l’ombra i superstiti, al rombo
del tuo ritorno teso l’orecchio, o dea.24