Odi (Anacreonte)/Ode XLV
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SOPRA LE SAETTE D’AMORE.
Un giorno Vulcano,
Negli antri di Lemno,
Facea di sua mano
4Gli strali ad Amor.
Le punte ne immerse
Ciprigna nel mele;
Cupido gli asperse
8D’amaro liquor.
Coll’asta pesante,
Dal campo, fra loro
Rivolse le piante
12Il Nume Guerrier;
E visto lo strale,
Diceva insultando,
Per farci del male
16Quel dardo è leggier.
A’ detti pungenti
Cupido rispose,
Or questo deh senti
20Se grave è per te.
Di Marte al dolore,
Che il dardo riceve,
La Diva d’Amore
24Rideva fra se.
Intanto ei sospira,
Poi dice a Cupido:
Il dardo ritira,
28Che affanno mi dà.
No, no: teco resti,
Soggiunge quel Nume,
Se tu lo volesti,
32Non merti pietà.