Ode II (Saffo-Costa)
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Questo testo fa parte della raccolta Odi di Saffo
LA STESSA
TRADOTTA DA PAOLO COSTA
Gli Dei per fermo uguaglia, anzi si gode
Gaudio più che divin, quei che sedente
Al tuo cospetto te rimira ed ode
Dolce ridente.
Ma se talvolta a me misera tocca
Esserti presso, o mio soave amore,
Non io ti guardo ancor, che su la bocca
La voce muore.
Fassi inerte la lingua, il pensier tardo,
Un sottil foco va di vena in vena,
Fischian gli orecchi, mi si appanna il guardo;
E veggo appena.
In gelido sudor tutta m’inonda,
Mi trema il cor, rabbrivida ogni membro,
Mancami il fiato, e pallida qual fronda
Morta rassembro.