O Pisa, vituperio delle genti
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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV
O Pisa, vituperio delle genti,
Come già disse lo nostro poeta;
I tuoi vicin non son vêr te più lenti,
4E non ti val chiamar quell’alto Teta
Che ti soccorra per campar da’ denti
Del leon fiorentin, che non si cheta
Perchè abbia rossi gli artigli possenti
8Del sangue de’ tuoi fi’ con tanta pieta.
Deh dimmi, Pisa bassa sventurata,
Abbandonata da Dio e dal mondo,
11Sarai tu sempre di te sì errata?
Manda le chiavi del tuo cerchio tondo
A quella donna che può far beata
14Te ed ogni altra che più fosse al fondo.
Questo consiglio mondo,
Se sarai savia, tosto piglierai:
17Se non, al tutto disfatta sarai.