O Nave, o nave, che per l'alto mare
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Marcantonio Lavaiana
III
O Nave, o nave, che per l’alto mare
Nuoti, e sicura dai le vele al vento,
Credi, che serbi il mobile elemento
Sempre l’onde tranquille e sempre chiare?
5Oh quante volte ho vedut’io mutare
Faccia a la dolce calma in un momento,
Ed oscurarsi il Cielo, e lo spavento
Forte gridando, sulla poppa stare;
Ed ho veduto a Ciel sereno ancora
10Ne’ ciechi scogli, che copriva l’onda,
Urtar col fianco l’infelice prora;
E i remi rotti, e gli alberi a seconda
Andar de l’acque, e sparse in poco d’ora
Le ricche merci su l’arena immonda.