Novellino/XXXI
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Riccar lo Ghercio fu signore dell’Illa, e fu grande gentile uomo di Proenza, e di grande ardire, e fue pro a dismisura; e quando i Saracini vennero per combattere la Spagna, sì fu elli in quella battaglia che si chiamò la Spagnata, la quale fine la più perigliosa battaglia che fosse, da quella de’ Troiani e de’ Greci in qua. Allora erano i Saracini grandissima multitudine e con molte generazioni di stormenti, sicché Riccar lo Ghercio fue il conduttore della prima battaglia; e, per cagione che li cavalli non si poteano mettere avanti per lo spavento delli stormenti, sì comandò a tutta sua gente che volgessero le groppe de’ cavalli alli nemici; e tanto ricularo i cavalli, che furo tra i nemici. Poi, quando fue mischiato tra nemici così riculando, et elli ebbe la battaglia davanti, venne uccidendo a destra e a sinestra, sicché misero i nemici a distruzione.
E quando il conte di Tolosa si combatteo col conte di Provenza altra stagione, sì dismontò del distriere Riccar lo Ghercio, e montò in su uno mulo. E ’l conte li disse:
«Che è ciò, Riccardo?».
«Messere, voglio dimostrare ch’io non ci sono né per cacciare, né per fuggire».
Qui dimostrò la sua grande franchezza, la quale era nella sua persona oltre alli altri cavalieri.