LXXVI

../LXXV ../LXXVII IncludiIntestazione 22 settembre 2009 75% Novelle

LXXV LXXVII
Qui conta della grande uccisione che fece il re Ricciardo

Il buono re Ricciardo d’Inghilterra passò una volta oltre mare con baroni, conti e cavalieri prodi e valenti; e passaro in nave, sanza cavalli; et arrivoe nelle terre del Soldano. E così a piè ordinò sua battaglia: e fece d’i Saracini sì grande uccisione, che le balie de’ fanciulli dicono, quand’elli piangono: «Ecco il re Ricciardo», acciò che come la morte fu temuto.

Dice che Saladino, veggendo fuggire la gente sua, domandò:

«Quanti cavalieri sono quelli che fanno questa uccisione?».

Fugli risposto:

«Messere, è solamente il re Ricciardo con sua gente, e sono tutti a piede».

Allora rispuose il Soldano e disse:

«Non voglia il mio Iddio che così valentre uomo sia a piede, come il re Ricciardo d’Inghilterra».

Sì prese uno nobile distriere e disse ‘a uno messaggio: «Me’naglile».

Il messaggio il menò e disse:

«Messere, il Soldano vi manda questo acciò che voi non siate a piede».

Lo re fu savio: fecevi montare sù uno suo scudiere acciò che ’l provasse. Il fante così fece. Il cavallo era nodrito: il fante non potendolo tenere neente, sì·ssi adirizzò verso il padiglione del Soldano a sua gran forza. Il Soldano aspettava il re Ricciardo, ma non li venne fatto.

E così nelli amichevoli modi de’ nemici non si dee l’uomo fidare.