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LII LIV
Qui conta d’una grazia che lo ’mperadore fece a un suo barone

Lo ’mperadore donò una grazia a un suo barone: che qualunque uomo passasse per sua terra, che·lli togliesse d’ogni magagna evidente uno danaio di passaggio. Il barone mise alla porta un suo passaggere a ricogliere il passaggio. Un giorno avenne che uno ch’avea pure uno piede venne alla porta.

Il pedaggere li domandò un danaio; quelli si contese, azzuffandosi con lui. Il pedaggere il prese; que’ difendendosi trasse fuori un suo moncolino, c’avea meno l’una mano. Allora il pedaggere il vide; disse:

«Tu me ne darai due: l’uno per la mano e l’altro per lo piede».

Allora furono alla zuffa: il capello li andò di capo: quelli avea meno l’uno occhio. Disse il pedaggere:

«Tu mi ne darai tre».

Pigliarsi a’ capelli: lo passagger li puose mano in capo: quelli era tignoso. Disse lo passagier:

«Tu mi ne darai or quattro»; e convenne, quegli che sanza lite potea passare per uno, pagasse quattro.